«Nei santuari mariani un significato
capace di comprendere la nostra vita»

Monsignor Francesco Beschi ha guidato 250 bergamaschi in Spagna e in Francia: «In devozione alla Madonna del Pilar, a Saragozza, si avverte il senso delle grandi narrazioni e tradizioni».

Con la visita a La Salette, a 1800 metri di altitudine, in uno straordinario scenario alpino, e ai luoghi dell’apparizione nel 1846, si è concluso lunedì il pellegrinaggio diocesano ai santuari mariani d’Europa. Presieduto dal vescovo Francesco Beschi, con la partecipazione di 250 persone da tutta la Bergamasca, ha toccato, in Spagna, Montserrat in Catalogna e il Pilar a Saragozza, e in Francia, prima dell’ultima tappa, Lourdes. Otto giorni di cammino in pullman, dal 16 al 23 luglio. La «porta del pellegrinaggio» è stata la «Sagrada Familia» di Barcellona, la straordinaria cattedrale immaginata nel secolo scorso dall’architetto Antoni Gaudì, non ancora finita. Consacrata come basilica da Benedetto XVI nel 2010, la maestosa opera è un vero e proprio prodigio di simboli, nati dalla profonda conoscenza di tre libri, quelli della natura, della Sacra Scrittura e della liturgia, ovvero della creazione, della storia della salvezza e della celebrazione come canto di lode. Al termine del pellegrinaggio, domandiamo a monsignor Francesco Beschi se tutti questi simboli non siano una provocazione per l’uomo di oggi, chino sulle icone del proprio smartphone, forse incapace di individuarli e capirli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA