Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 30 Aprile 2014
Multa da 92,90 euro ingiustificata
Stangata da 1900,89 per Palafrizzoni
Il Comune aveva rifiutato la procedura di autotutela, ritenendola non giustificata. Il giudice di pace ha invece dato ragione all’automobilista, che ha fatto il bis in sede civile per le spese. Con tanto di bacchettata a Palazzo Frizzoni.
Doveva incassare 92,90 euro per una contravvenzione , si è ritrovato a pagarne 1900,89 perché la stessa era stata comminata per errore. Decisamente un bell’affare per Palafrizzoni.
La vicenda comincia a luglio 2012, quando un automobilista riceve una multa per essere entrato in Città Alta senza autorizzazione, secondo la polizia locale. Solo che la stessa era stata regolarmente rilasciata, e quindi l’automobilista era nel giusto, al punto di chiedere l’annullamento della contravvenzione tramite la normale procedura di autotutela.
Annullamento rifiutato in quanto, secondo la polizia locale «l’autorizzazione richiesta non consente il transito all’interno di Città Alta», la spiegazione del Comune. A quel punto l’automobilista, non senza scintille con Palafrizzoni che giudicava «oggettivamente ingiustificabile la protesta», fa ricorso al Giudice di Pace, che ad inizio 2013 annulla il verbale. Poi è la volta del Tribunale, al quale il multato si era rivolto «per chiedere il rimborso delle spese sostenute al fine di affermare un mio diritto» scrive.
Il Tribunale lo scorso ottobre «ha confermato la sentenza del giudice di pace accogliendo totalmente il mio appello» e condannato Palafrizzoni a versare 1.868,92 euro. Cifra che, con ulteriori aggravi, è poi salita al totale complessivo di 1.900,89 euro, versati martedì 29 aprile da Palafrizzoni. Con particolare soddisfazione del diretto interessato, e per più di un motivo.
Per esempio per un passaggio della sentenza, dove si legge che «va rimarcato che ogni miglior chiarimento e valutazione del fatto contestato avrebbe potuto essere effettuata in sede di autotutela, al quale pacificamente il sanzionato era ricorso», si legge. «Invece per far valere le proprie ragioni, il sanzionato ha dovuto seguire la via giudiziale, ove è stata pienamente riconosciuta la sua ragione, a fronte del torto dell’amministrazione, con l’impegno conseguente di risorse che i processi comportano». Il che porta ad una considerazione del diretto interessato: «Soprattutto in tempi di “spending review” quando qualsiasi Amministrazione Pubblica fatica a trovare i soldini necessari per le ordinarie esigenze, il nostro Comunenon esita a gettare al vento ben 1.900,89 euro (soldini pubblici) per una causa così banale, anzichè scusarsi subito con il cittadino per un errore commesso».
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