Cronaca / Valle di Scalve
Giovedì 11 Agosto 2011
Mons. Panfilo nuovo arcivescovo
a Rabaul in Papua Nuova Guinea
Monsignor Francesco Panfilo, coadiutore dell'Arcidiocesi di Rabaul (Papua Nuova Guinea), è stato nominato arcivescovo della stessa Arcidiocesi. Originario di Vilminore, mons. Panfilo succede a mons. Karl Hesse che ha lasciato per limiti di età.
Monsignor Francesco Panfilo, coadiutore dell'Arcidiocesi di Rabaul (Papua Nuova Guinea in Oceania), è stato nominato arcivescovo titolare della stessa Arcidiocesi. Originario di Vilminore, mons. Panfilo succede a mons. Karl Hesse che ha presentato a Papa Benedetto XVI la rinuncia al governo pastorale.
Salesiano, 68 anni, mons. Panfilo, salesiano, è stato vescovo di Alotau-Sideia in Papua Nuova Guinea, quindi arcivescovo coadiutore con diritto di successione di Rabaul. E' il quarto arcivescovo nella storia di questa Arcidiocesi in Oceania.
Monsignor Francesco Panfilo è nato a Schilpario, ma è della parrocchia di Vilminore, il 23 novembre 1942 in una famiglia con dieci figli, che ha dato alla Chiesa ben quattro sacerdoti: un prete diocesano (monsignor Giacomo, arciprete di Clusone) e tre sacerdoti Salesiani (il vescovo Francesco; don Luciano, parroco a Roma, morto nel 1992 in un incidente stradale; don Giacinto, parroco a Bologna). Dopo un periodo in cui aveva fatto il fabbro e il falegname pensando fossero attività utili per diventare missionario laico, il giovane Francesco rompe gli indugi ed entra fra i Salesiani per gli studi teologici, dove emette la professione perpetua nel 1970.
Ordinato sacerdote il 27 aprile 1974 nella chiesa arcipresbiterale di Vilminore dall'allora arcivescovo Clemente Gaddi, viene inviato nelle Filippine per un corso di studi missionari, diventando poi anche direttore di una scuola con oltre quattromila allievi nella capitale Manila e successivamente viene eletto provinciale dei Salesiani di tutte le isole del Pacifico. Nel 1997 è destinato alle missioni salesiane in Papua Nuova Guinea come delegato del provinciale. Il 25 giugno 2001 viene nominato vescovo di Alotau-Sideia, vasta diocesi che si estende su varie isole, ma con soli 180.000 abitanti.
Nel 2008 viene eletto presidente della Conferenza episcopale di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone. Quindi la nomina ad arcivescovo coadiutore di Rabaul, segno di stima verso la sua attività episcopale da parte della Santa Sede, nonché dei vescovi e del clero locali. A differenza dell'ausiliare, che aiuta il vescovo diocesano, il coadiutore affianca il vescovo titolare nel diretto governo della diocesi, a cui subentra in caso di morte o di dimissioni per raggiunti limiti di età. Monsignor Panfilo è ora succeduto all'arcivescovo di Rabaul, il missionario tedesco 75enne Karl Hesse. Monsignor Panfilo è il secondo vescovo salesiano bergamasco dopo l'indimenticato Vincenzo Giovanni Savio, nativo a Osio Sotto, vescovo di Belluno-Feltre, morto il 31 marzo 2004 a nemmeno sessant'anni di età.
L'arcidiocesi di Rabaul si estende su una superficie di 25.000 chilometri quadrati. L'inizio dell'evangelizzazione risale all'ultimo ventennio dell'Ottocento con l'arrivo dei primi missionari. Nel 1922 viene eretta in vicariato apostolico e il 15 novembre 1966 in sede arcivescovile metropolitana, con tre diocesi suffraganee. Attualmente, l'arcidiocesi di Rabaul conta 240.000 abitanti, di cui 135.000 cattolici, 29 parrocchie, 20 sacerdoti diocesani, un centinaio di missionari sacerdoti, 20 missionari laici, 140 religiose, numerose scuole e due Seminari interdiocesani, cioè che formano il clero di diverse diocesi. C'è anche una scuola agrotecnica gestita dai Salesiani.
La Cattedrale e l'episcopio sorgono nella località di Vunapope (letteralmente: la città del Papa). Rabaul è rimasta famosa per essere stata al centro di una battaglia nella Seconda guerra mondiale e per essere stata quasi sepolta nel 1994 dall'eruzione di due vulcani. L'arcidiocesi ha anche un Beato. Nel gennaio del 1995, infatti, Papa Giovanni Paolo II beatificò Peter To Rot, padre di famiglia e catechista, martirizzato dai giapponesi perché si era rifiutato di rinnegare la fede e il matrimonio religioso.
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