Mons. Girelli nominato nunzio in Indonesia

Papa Benedetto XVI ha nominato nunzio apostolico in Indonesia monsignor Leopoldo Girelli, finora consigliere della Nunziatura Apostolica negli Stati Uniti d’America, nominandolo allo stesso tempo arcivescovo per la sede titolare di Capri. Mons. Girelli, 53 anni, è nato a Predore (Bergamo). Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1987, ha prestato la propria opera nelle rappresentanze pontificie in Camerun e Nuova Zelanda, presso la Sezione affari generali della Segreteria di Stato e infine negli Stati Uniti. In Indonesia prende il posto dell’arcivescovo Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, nominato l’11 dicembre scorso segretario della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti.BIOGRAFIAMonsignor Leopoldo Girelli è nato a Predore il 13 marzo 1953. Il papà, morto prematuramente, era muratore, mentre la mamma, che oggi ha 87 anni, ha fatto la sarta, la guardarobiera e la bidella. Dal matrimonio sono nati due figli e una figlia: monsignor Ilario, ora prevosto di Dalmine, il neoarcivescovo e Marina. Monsignor Girelli è laureato in Teologia e licenziato in Diritto canonico e conosce francese, inglese e spagnolo. Entrato nel Seminario diocesano in prima media, dopo l’ordinazione sacerdotale (17 giugno 1978) è stato coadiutore parrocchiale di Casnigo (1981-84), studente alla Pontificia Accademia ecclesiastica di Roma (1984-87), segretario della Nunziatura apostolica in Camerun (1987-91) e in Nuova Zelanda (1991-93), quindi consigliere alla Sezione Affari generali presso la Segretaria di Stato vaticana (1993-2001). Dal 2001 era consigliere presso la Nunziatura apostolica negli Stati Uniti. Monsignor Girelli è il terzo nunzio apostolico vivente nativo della terra bergamasca insieme ad Aldo Cavalli e Luigi Bonazzi, rispettivamente rappresentanti pontifici in Cile e a Cuba. La situazione geopolitica dell’Indonesia è frastagliata. Il vasto arcipelago (1.904.569 kmq di superficie) ha una popolazione di oltre 200 milioni di abitanti, l’86 per cento dei quali di religione musulmana, seguiti a lunga distanza dal 10 per cento di cristiani e il restante di buddisti e induisti. Come in diverse aree asiatiche, l’islam indonesiano è percorso da forti correnti fondamentaliste, che si sono manifestate più volte nel corso degli ultimi anni con attentati a centri turistici, che hanno causato anche numerosi morti, con assalti e incendi a chiese cattoliche e l’uccisione di preti indigeni. I cattolici superano i tre milioni. Nonostante l’esiguità e le forti difficoltà, la Chiesa indonesiana è vivace, pastoralmente molto attiva e impegnata nel sociale. Tutte le trentotto diocesi sono guidate da vescovi indigeni, fra cui il cardinale Julius Riyadi Darmaatmadja, gesuita, arcivescovo della capitale Jakarta. (13/04/2006)

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