Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 08 Giugno 2015
Emergenza migranti, Lega all’attacco
Renzi: incentivi a Comuni che accolgono
Dopo il discusso annuncio del governatore lombardo sul taglio dei fondi ai Comuni che accoglieranno i migranti, divampa la polemica. Salvini: «Pronti a bloccare le prefetture». Maroni: «Bloccare gli sbarchi». Il premier Renzi: «Guai creati da chi oggi urla, i nomi sono gli stessi». I 5 stelle lombardi: ballottaggi sulla pelle dei cittadini e dei profughi. Il Pd: Maroni, demagogia sconcertante. Sabato a Bergamo un presidio della Lega.
Quella sull’immigrazione è una questione rimasta «colpevolmente aperta per troppi anni. Ci vorranno settimane, è un lavoro di serietà. È facile dire “occupiamo le prefetture”. Si tratta di risolvere guai causati da chi oggi sta urlando. Nomi e cognomi sono gli stessi». Così il premier Matteo Renzi sulle polemiche sui migranti in Italia.
«Bisogna prendere atto che la situazione così com’è non va, ci siamo dati una tempistica da qui al Consiglio europeo, cercheremo di portare a casa dei risultati» ha aggiunto il premier parlando del piano Ue sull’immigrazione e tornando a definirlo «insufficiente». Il premier invoca «serietà» e promette incentivi ai Comuni che accolgono.
In pressing sul tema c’è la Lega. Con Matteo Salvini («siamo pronti a bloccare le prefetture») e il governatore lombardo Roberto Maroni. Nella mattinata dell’8 giugno Maroni, già ministro dell’Interno, ha attaccato l’attuale ministro e il governo: «Il ministro Alfano – si legge sul profilo Twitter di Maroni – dice che sull’immigrazione vuol fare come me: bene, cominci a fermare sbarchi, come avevo fatto io nel 2011 dopo la Primavera Araba».
«La verità è che questo governo il problema dell’immigrazione non lo sta risolvendo». ha aggiunto il presidente a margine dell’Assemblea generale 2015 di Confcommercio in corso a Rho, rispondendo indirettamente a Matteo Renzi, al quale poi ha rivolto un appello: «Invece di fare polemiche, cominci a fare una cosa: dia alla Regione Lombardia quei 160 milioni di euro che vantiamo nei confronti del Governo italiano per le spese sanitarie degli immigrati negli ultimi 5 anni. Cominci a pagare il conto, poi discutiamo».
Min @angealfa dice che su immigrazione vuol fare come me: bene, cominci a fermare sbarchi, come avevo fatto io nel 2011 dopo Primavera Araba
— Roberto Maroni (@RobertoMaroni_) 8 Giugno 2015
«In una cosa ha ragione il Premier: non bisogna fare proclami», ha osservato il governatore, ribadendo che da parte sua «non c’è alcun annuncio o proclama. Io - ha sottolineato - farò le cose che ho detto ai prefetti e soprattutto ai sindaci. La Lombardia è la terza Regione in Italia come numero di immigrati arrivati in rapporto alla popolazione, non accettiamo più che ce ne vengano mandati altri».
Maroni ha inoltre ribadito che l’eventuale blocco dei fondi ai Comuni che decidessero di accogliere ulteriori clandestini «si può fare. Si tratta di risorse della Regione, non del Governo nazionale, quindi decidiamo noi come utilizzarli. Ho dato mandato - ha informato - al mio assessore al Bilancio, Massimo Garavaglia, di occuparsi della questione».
Il presidente lombardo, ha inoltre sottolineato come sull’emergenza immigrazione da parte sua «c’è disponibilità a discutere con il governo, ma - ha sottolineato - fino ad ora da parte loro non c’è stato alcun dialogo. Abbiamo solo avuto i prefetti che hanno mandato decine di migliaia di persone in giro per le nostre città. Questa storia - ha sottolineato - deve finire».
«Bisogna bloccare i flussi e non far arrivare da noi quelli che non sono profughi, ma clandestini. Invece il Governo non solo li fa entrare ma addirittura li va a prendere a 10 miglia dalle coste libiche. E, una volta arrivati, li manda in giro per la Lombardia attraverso le Prefetture. Io ho detto che non ci sto, che non va bene e ho invitato i sindaci a non accettarne più». Ha ribadito il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo in diretta alla trasmissione Orario Continuato su TeleLombardia.
Il governatore ha ricordato i dati del Viminale, in base ai quali «la Lombardia è la terza Regione in Italia per numero di clandestini in rapporto alla popolazione inviati dal Governo. Abbiamo il 9% di immigrati contro il 2/3% della maggioranza delle Regioni “rosse”. Non è un po’ una discriminazione? In aprile - ha ricordato - la governatrice del Friuli Serracchiani, ha detto “basta profughi”, ma allora il Governo non ha fatto polemica come in seguito alle mie dichiarazioni, ma hanno risposto: li mandiamo da un’altra parte».
«Io - ha aggiunto il presidente lombardo – ho posto un problema reale. Il Governo non può limitarsi a polemizzare o mettere le fette di salame sugli occhi per non vedere, ma deve trovare una soluzione. A mio modo di vedere – ha concluso – deve fare come avevo fatto io quando sono stato ministro: bloccare le partenze. I cittadini aspettano risposte che non possono essere quelle di riempirgli le città di clandestini».
La stoccata al ministro dell’Interno e al governo arriva all’indomani dell’annuncio della riduzione dei trasferimenti regionali ai sindaci lombardi che dovessero accogliere nuovi migranti. Maroni era stato interpellato sui nuovi sbarchi a margine di un evento alla Scala di Milano domenica mattina. «È un fatto gravissimo – aveva risposto Maroni ai cronisti – io domani scrivo una lettera ai prefetti lombardi diffidandoli dal portare in Lombardia nuovi clandestini...». «Ai sindaci che dovessero accoglierli – aveva aggiunto – ridurremo i trasferimenti regionali come disincentivo alla gestione delle risorse».
Parole che avevano suscitato critiche: il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha definito le parole di Maroni «una minaccia illegittima e inaccettabile», mentre il deputato Pd Antonio Misiani ha parlato di «un’irresponsabile pagliacciata».
«La Lega ha retto il Viminale a lungo e se voleva cancellare le prefetture ha avuto oltre mille giorni di tempo per farlo e non lo ha fatto». Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, replica agli attacchi leghisti, sottolineando che «Salvini occupa le prefetture, io mi occupo dei problemi. Lui ha il privilegio di fare opposizione e lo avrà a lungo: non portiamo a casa soluzioni».
«Quella sugli immigrati è una polemica strumentale, la solita pagliacciata pre-elettorale per raggranellare qualche voto in vista dei ballottaggi», così Dario Violi, capogruppo del Movimento 5 Stelle della Lombardia.
«Con le loro dichiarazioni il centro destra e il Pd fingono di essere in disaccordo, ma poi si accordano sottobanco, come dimostra il caso Roma Capitale, per mangiare sulle spalle degli immigrati creando disagi enormi per i cittadini. Diciamo quindi un no netto al finto buonismo del Pd che fa soldi a palate sugli immigrati e no alla finta intransigenza della Lega che, con Maroni ministro e la Bossi Fini, nonostante i proclami non ha risolto il problema. La questione immigrazione non va risolta con il fai da te in Lombardia o a Roma, ma ai tavoli di Bruxelles dove il nostro Governo ha mostrato la sua totale incapacità di imporsi», conclude Violi.
Anche il Partito Democratico di Bergamo si dice «sconcertato dalla demagogia e dalla strumentalizzazione cui il governatore della Lombardia Maroni sta affrontando la drammatica questione dei profughi. L’ultima provocazione, con la minaccia di tagliare i fondi regionali ai Comuni che li ospitano, è vergognosa oltre che illegittima».
«Lo stesso Maroni – spiegano il segretario provinciale Gabriele Riva e il vice Davide Casati –, nel 2011, quando era Ministro degli Interni dichiarò: “I somali e gli eritrei non possono essere rimpatriati perché scappano dalla guerra e hanno diritto alla protezione internazionale”. E alla domanda del giornalista “E se qualche Regione non volesse ospitarli?”, Maroni rispose: “Io sono un fautore della condivisione di queste scelte impegnative, ma se questo non è possibile saremo costretti ad agire d’imperio”. Chiediamo a Maroni, e in generale alla Lega Nord, di smetterla di fare demagogia e lucrare voti su questa tragedia. Siamo consapevoli della complessità e della difficoltà di ciò che sta avvenendo, ma è ora di finirla di fare politica solo per il consenso strumentalizzando ogni cosa, soprattutto se si tratta di persone che rischiano la propria vita e spesso la perdono pur di fuggire da guerra, fame e povertà».
«Al contrario, per i Comuni che dovessero accogliere i profughi (e in questo momento esprimiamo vicinanza e gratitudine alle amministrazioni e alle comunità che sono impegnate su questo fronte), ci dovrebbero essere maggiori risorse per fare sì che l’accoglienza avvenga non a carico delle comunità locali, ma dello Stato che non può “girarsi dall’altra parte” ma deve rispettare i trattati europei, la Costituzione, le leggi e soprattutto la coscienza».
«Anche per questo, domani sera abbiamo in programma un appuntamento a Bergamo per fare chiarezza e affrontare una questione così delicata non in maniera strumentale ma con la serietà che merita».
Sabato, 13 giugno, alle ore 11 la Lega manifesterà all’esterno della Prefettura di via Tasso per dire basta a questa invasione di clandestini. Al presidio, a cui parteciperanno numerosi sindaci, oltre a rappresentanti istituzionali di ogni livello, sarà presente anche il governatore della Lombardia Roberto Maroni.
«Vogliamo far capire bene al ministro Alfano e a tutti i suoi vicerè - dichiara Daniele Belotti, segretario provinciale della Lega Nord di Bergamo - che non è più possibile continuare questa irresponsabile politica di accoglienza indiscriminata che viene fatta pagare in toto ai contribuenti italiani. Da un lato l’accoppiata Renzi & Alfano taglia i trasferimenti e aumenta le tasse, dall’altro continua a spremere i poveri cittadini italiani per coprire i quasi 2 miliardi di euro che servono a garantire l’ospitalità ai migranti, con grande gioia delle casse di coop, Caritas e di qualche albergatore».
«Di fronte ai dati diffusi dalla stampa locale l’altro giorno - continua Belotti - secondo cui su 70 domande di asilo presentate dai migranti ospitati in Bergamasca solo tre sono state accolte, non ci sono più dubbi sul fatto che non sono profughi che scappano da zone di guerra, ma per il 95% sono semplicemente clandestini e come tali vanno espulsi».
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