Mascherine negli ospedali, nuove regole dal 1° maggio: ecco cosa cambia

COVID. L’ordinanza del ministro Schillaci: obbligo solo nei reparti che ospitano pazienti fragili, nei Pronto soccorso e nelle Rsa. Negli altri reparti sarà la Direzione sanitaria a decidere. Ambulatori, la decisione ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta. Al «Papa Giovanni», Palazzolo, Humanitas, Bergamo Est e Ovest restano in tutti i reparti.

«Ho firmato oggi l’ordinanza che limita l’obbligatorietà delle mascherine negli ospedali ai reparti a maggior intensità di cura e con i pazienti più fragili oltre alle Rsa. Questo testimonia che finalmente stiamo uscendo da questa terribile pandemia che ha limitato le nostre vite negli ultimi tre anni e confido molto che il prossimo 20 maggio anche l’Oms dichiari la fine della pandemia. Guardiamo con ottimismo al futuro, ma siamo pronti in caso di nuove emergenze a intervenire tempestivamente per continuare a salvaguardare la salute pubblica e i nostri cittadini». È quanto afferma in una nota il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

L’ordinanza

Dal 1° maggio 2023 l’obbligo di indossare la mascherina negli ospedali sarà valido solo «all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura». Negli altri reparti sarà la Direzione sanitaria a decidere, così come negli ambulatori e negli studi medici. È quanto prevede l’ordinanza emessa dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che sarà in vigore fino al 31 dicembre 2023.

Obbligo nelle Rsa

«È fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle Direzioni sanitarie delle strutture sanitarie stesse - si legge nell’ordinanza -. L’obbligo è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque le strutture residenziali di cui all’art. 44 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017».

«Non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con una persona con disabilità in modo da non poter fare uso del dispositivo», si legge ancora nel testo emanato dal ministro Schillaci.

Ambulatori e studi medici, decide il dottore

«Nei reparti delle strutture sanitarie diversi da quelli indicati al comma 1 e nelle sale di attesa, la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte di operatori sanitari e visitatori resta alla discrezione delle Direzioni sanitarie, che possono disporne l’uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria - prosegue l’ordinanza -. Non sono previste analoghe misure per quanto riguarda i connettivi e gli spazi ospedalieri comunque siti al di fuori dei reparti di degenza. Per quanto riguarda gli ambulatori medici, la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. La decisione sull’esecuzione di tampone diagnostico per infezione da SARS-CoV-2 per l’accesso ai Pronto soccorso è rimessa alla discrezione delle Direzioni Sanitarie e delle Autorità Regionali. Si rammenta infatti che non sussiste obbligo a livello normativo dal 31 ottobre 2022»

Saranno i singoli medici di famiglia e pediatri a decidere in merito all’obbligo di continuare ad indossare le mascherine nei propri studi. Lo prevede la nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, in vigore dall’1 maggio. «Per quanto riguarda gli ambulatori medici - si legge nel provvedimento - la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta». La decisione sull’esecuzione del tampone diagnostico per l’infezione da SARS-CoV2 per l’accesso ai Pronto soccorso «è rimessa alla discrezione delle Direzioni sanitarie e delle autorità regionali».

Resta l’obbligo al «Papa Giovanni»

L’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, principale ospedale della provincia, ha già deciso di mantenere l’obbligo della mascherina in tutti i reparti. Stessa linea per Clinica Palazzolo, Humanitas, Bergamo Est e Ovest restano in tutti i reparti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA