Maresana, movente passionale dietro a duplice delitto

Sarebbe un movente familiare, molto probabilmente passionale, quello che si nasconde dietro il duplice delitto del marzo 2006 sul colle della Maresana. I carabinieri non sembrano avere dubbi: l’esecutore materiale - anche se c’è la ferma convinzione che non abbia agito da solo - sarebbe Almir Haruni, detto Miri, nato il 4 novembre 1975 a Gramsh (Albania), già condannato nel suo Paese a 18 anni di carcere per un altro assassinio. Ad incastrarlo l’esame del dna compiuto dagli esperti del Ris dei carabinieri di Parma: suo sarebbe il sangue, che non apparteneva alle vittime, trovato sulla scena del crimine.

I militari sono risaliti a Almir Haruni, noto alle forze dell’ordine con ben sei nomi diversi, partendo dai tracciati dei cellulari che, prima del delitto, avevano contattato i numeri delle due vittime, Florinda Mukja e Kujtim Ibaj, albanesi di 24 e 27 anni. I carabinieri hanno così scoperto che Peter Dedja conosceva i due uccisi: ignari della sorte cui stavano andando incontro, Florinda Mukja e Kujtim Ibaj avevano accettato di incontrare Dedja sulla Maresana.

Secondo la ricostruzione, l’accusato sarebbe fuggito dopo il delitto prima in Albania, poi in Grecia. Ad inizio dicembre sarebbe però tornato in Italia, nella casa della convivente rumena in Valcamonica. Almir Haruni è stato individuato tenendo sotto controllo il telefono della donna: così è scattato il fermo. In un primo tempo perché l’immigrato, che l’Interpol cercava da 8 anni in tutta Europa, deve rispondere dell’omicidio compiuto in Albania. Poi il dna lo ha collegato a duplice delitto della Maresana.

Ora i carabinieri stanno indagando per risalire al presunto secondo esecutore materiale dell’omicidio del marzo scorso, e stanno svolgendo accertamenti sul marito di una delle due vittime, che si trova in carcere a Milano per un altro delitto.

(25/01/2007)

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