Mandati di pagamento clonati o cresta
Si indaga sulla contabilità parallela
Mandati di pagamento clonati, oppure la classica cresta per creare una contabilità parallela in nero dalla quale Loredana Zenca attingeva. Sono due tra le ipotesi su cui stanno lavorando il pm Giancarlo Mancusi e la Guardia di finanza di Treviglio.
Mandati di pagamento clonati, oppure la classica cresta per creare una contabilità parallela in nero dalla quale Loredana Zenca attingeva. Sono due tra le ipotesi su cui stanno lavorando il pm Giancarlo Mancusi e la Guardia di finanza di Treviglio, per poter spiegare come la responsabile dei servizi contabili e amministrativi sia riuscita per quasi due anni a far sparire soldi dalle casse del Comune di Stezzano senza essere scoperta.
Perché 44 bonifici destinati alla gioielleria «Ore & Ori» per un totale di circa 130 mila euro avrebbero dovuto destare qualche sospetto, anche se la causale era generica: «Erogazione beni e servizi». Ma è più facile passarla liscia, se tra le voci dell’ordine di pagamento il vero destinatario non compare.
L’ipotesi è che sotto certe voci di bilancio, oltre all’originale e autorizzato, figuri un mandato di pagamento clonato e fatto passare magari come documento doppione: con lo stesso beneficiario (quello regolare), la stessa causale, la stesso importo, ma con il conto corrente del destinatario diverso (è più probabile che la serie di numeri sfugga ai controlli).
Ma c’è un’ipotesi anche più «artigianale». E cioè, secondo chi indaga, che Loredana Zenca abbia fatto la cresta. Facendo figurare esborsi maggiorati verso fornitori di servizi che vantavano il credito, per poi girare il surplus su una contabilità parallela e da questa prelevare di nascosto.
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