L’ultimo saluto a Finotto
Nel ’62 fondò la Farchemia

È morto a Panama il 16 agosto, Martino Finotto, 80 anni, fondatore dell’azienda chimica farmaceutoca Farchemia. La notizia si è diffusa a Treviglio soltanto in questi giorni e mercoledì sono stati celebrati funerali al cimitero Monumentale di Milano.

È morto a Panama il 16 agosto, Martino Finotto, 80 anni, fondatore dell’azienda chimica farmaceutoca Farchemia. La notizia si è diffusa a Treviglio soltanto in questi giorni e mercoledì sono stati celebrati funerali al cimitero Monumentale di Milano.

Oltre ai familiari hanno presenziato ai funerali anche sportivi di auto da corsa, visto che Finotto era un appassionato di auto e un provetto pilota.

Finotto viveva all’estero, si era stabilito a Panama dopo avere abitato per diverso tempo a Cuba. Nel Centro America, Martino Finotto si era trasferito dopo avere chiuso la sua attività imprenditoriale di Treviglio, in primo luogo la Farchemia, stabilimento fondato nel 1962. Una presenza che ha portato lavoro, ma negli anni ’70 e ’80 è stata al centro di numerose proteste anti inquinamento. Dal 1989 Farchemia è entrata a far parte della multinazionale belga Tessenderlo Group. Più di recente, nel 2012 si è registrato un altro passaggio di mano e Tessenderlo ha venduto Farchemia alla tedesco-lussemburghese Icig (International Chemical Investors Group).

Dopo aver ceduto complesso industriale al gruppo belga Tessenderlo, Finotto si era ritirato a vita privata. Nato a Monte Rosso in provincia di Imperia l’11 novembre 1933, Finotto ha legato il suo nome al mondo delle auto da corsa. All’estero infatti era molto più noto come pilota e costruttore di auto sportive che come imprenditore. Si era impegnato nelle gare di turismo e prototipi nel corso degli anni insieme, tra gli altri, a Carlo Facetti, Umberto Grano e Roberto Ravaglia. Nel 1973 aveva fondato la «Scuderia Finotto» acquistando due Brabham BT42 da Formula 1; era sceso più volte in pista alla 24 Ore di Le Mans, al Nurburgring e a Sebring; aveva fondato anche la Carma (da Carlo e Martino), che si occupava di preparazione di motori, e la «Alba», casa costruttrice di prototipi.

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