Cronaca / Bergamo Città
Martedì 11 Agosto 2015
«Trenord non riesce a coprire i turni
50 euro in più se lavori di riposo»
Legambiente: «Non si riescono a coprire i turni con i macchinisti e i capi treno ed ecco che spuntano 50 euro di incentivo per lavorare nei giorni di riposo»
Un bel cinquanta euro per lavorare nella giornata di riposo è l’incentivo pro ferrovieri messo in campo da Cinzia Farisè, amministratore delegato di Trenord. Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente della Lombardia riepiloga lo stato di salute dell’azienda che gestisce il trasporto ferroviario in Lombardia: «In primavera era carente la manutenzione dei treni, poi è esploso il caso dei convogli “lumaca” che gonfiavano la busta paga dei macchinisti, in estate quello dei condizionatori e dei finestrini a pezzi e delle porte aperte; ora si scopre che tra le cause della maxi soppressione dei treni agostana e della catena di ritardi c’è anche l’organizzazione dei turni di ferie del personale sbagliata».
Già, perché secondo Balotta «le ferie estive dei 4.100 ferrovieri sono state gestite con lo stesso sistema operativo dello scorso anno che aveva già provocato disagi e soppressioni. Nonostante la cancellazione per tutto il mese di agosto del 18% dei treni giornalieri (-416 su 2.100 treni complessivi) Trenord ora non riesce a coprire i turni con i macchinisti e i capi treno ed ecco che l’azienda ferroviaria fa spuntare 50 euro di incentivo per lavorare nei giorni di riposo».
Balotta si rifà all’ordine di Servizio 068 del 5 agosto: «Da sabato 8 a domenica 23 agosto è stato disposto, in via eccezionale, un incentivo economico di 50 euro per prestazione lavorata in giornata di riposo». In questo modo si cerca «di tamponare l’ennesima falla organizzativa con una misura che fa schizzare i già alti costi di produzione di Trenord e delle prestazioni straordinarie che porteranno fuori controllo la spesa aziendale. È anche indice di inefficienza gestionale e di deresponsabilizzazione dei manager nuovi e vecchi che affrontano i problemi aumentando i costi e quindi la spesa pubblica».
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