Luce pubblica, sì alla legge regionale
«Comuni, reti più efficienti e meno costi»

Il Consiglio regionale della Lombardia il 22 settembre all’unanimità la legge «Misure di efficientamento dei sistemi di illuminazione esterna con finalità di risparmio energetico e riduzione dell ’inquinamento luminoso», relatore Roberto Anelli (Lega).

Meno burocrazia, riduzione dei costi per le amministrazioni, più sostenibilità ambientale e lotta all’inquinamento luminoso. Questo in sintesi l’obiettivo della nuova legge sull’illuminazione pubblica e l’efficientamento energetico. Alla stesura del progetto di legge hanno partecipato ANCI Lombardia, Legambiente, WWF, oltre che associazioni di categoria e ordini professionali.

Tra le novità contenute nel provvedimento, che aggiorna la precedente legge di 15 anni fa: il catasto dedicato al monitoraggio e all’analisi dei dati relativi alla pubblica illuminazione esterna e una forte spinta verso la semplificazione amministrativa. Si introduce infatti il Documento di Analisi dell’illuminazione esterna (Daie), in sostituzione del Piano regolatore dell’Illuminazione comunale (Pric). Il Daie dovrà contenere tutte le informazioni necessarie alla conoscenza dello stato di fatto degli impianti e dovrà valutare le opportunità e le modalità di efficientamento, riqualificazione e acquisizione degli stessi. Sono attribuite ai Comuni le funzioni di vigilanza e controllo in materia di pubblica illuminazione esterna, oltre che l’accertamento delle violazioni e l’irrogazione delle sanzioni che vengono introitate. Inoltre si promuove e sostiene l’utilizzo di materiali e tecnologie che consentano di erogare nuovi servizi complementari all’illuminazione pubblica, come videosorveglianza, connessione Wi-Fi e gestione impianti semaforici, secondo il modello di «smart city». È salvaguardata anche la tutela dall’inquinamento luminoso, in continuità rispetto a quanto previsto dalla legge regionale.

«Un ulteriore elemento importante - ha precisato il relatore Anelli - riguarda il vincolo di proprietà pubblica per tutti i nuovi impianti di illuminazione. L’obiettivo, nel medio e lungo periodo è evidentemente quello di razionalizzare la proprietà e la gestione del sistema di pubblica illuminazione, superando l’attuale frammentazione che in molti Comuni limita fortemente la possibilità di predisporre interventi di ammodernamento ed efficientamento della rete».

La legge non comporta ulteriori oneri finanziari né per le amministrazioni comunali né per Regione Lombardia. L’attività va nella direzione della semplificazione e della sistematizzazione delle responsabilità, con possibilità di risparmi e di entrate per i Comuni relativo alle sanzioni introitate.

Due gli ordini del giorno discussi. Il primo, approvato, è stato presentato da Maria Teresa Baldini (Gruppo Misto Fuxia People) e impegna il Presidente e la Giunta a promuovere il telecontrollo e la telegestione dell’illuminazione pubblica. Il secondo, di iniziativa del gruppo consiliare del PD, intendeva chiedere un sostegno finanziario ai Comuni che non hanno ancora acquisito gli impianti, ed è stato respinto dal Consiglio

«L’intervento normativo sull’illuminazione pubblica - ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi nel suo intervento in Aula - si inquadra nel contesto più ampio del Programma Energetico Ambientale Regionale (Pear), approvato a giugno 2015 con il principale obiettivo guida: la riduzione dei consumi energetici da fonte fossile».

«Regione Lombardia - ha proseguito Terzi - ha adottato il Pear programmando una riduzione dei consumi tra l’8 per cento e il 12 per cento, e un aumento dell’utilizzo di fonti rinnovabili, che consentirà di superare gli obiettivi europei imposti dal cosiddetto “burden sharing”. Sulla base di queste considerazioni, legate agli sviluppi di nuove tecnologie, stiamo intervenendo in numerosi campi fra cui oggi ci occuperemo di illuminazione esterna». «Questo - ha sottolineato ancora l’assessore - è il primo atto attuativo del Pear, che vede il Consiglio investito a esprimersi per approvare una norma che migliorerà lo stile di vita dei cittadini, dando la possibilità ai Comuni di ottenere vantaggi dalla tecnologia: parliamo della nuova legge sui sistemi di illuminazione, che a me piace chiamare nuova “Legge luce”».

«Oggi, con alcuni piccoli ritocchi proposti in VI Commissione con l’approvazione della Legge Luce - prosegue Terzi - potremo finalmente dare consistenza anche economica alle politiche energetiche regionali con un primo bando sull’Illuminazione pubblica dei Comuni, che rappresenta una voce di costo consistente a carico del Bilancio delle Amministrazioni comunali, rappresentando in media il 60 per cento dei consumi elettrici, e una voce di spesa consistente per i Bilanci comunali (2-3 per cento, con punte del 7-10 per i piccoli comuni con un territorio esteso)». «Grazie alle tecnologie e alle modalità gestionali che si vogliono promuovere con il nuovo bando (monitoraggio ambientale, gestione delle piazzole dei rifiuti, delle flotte comunali, connessioni WiFi, videosorveglianza, gestione dei messaggi per le emergenze, unione di Comuni e Comunita’ Montane) - ha spiegato l’assessore - le nostre città e paesi diventeranno veramente smart, unendo risparmio energetico e servizi intelligenti». «In questo modo - ha conclude quindi Terzi - si potranno sviluppare opportunità di risparmio energetico e di miglioramento gestionale e tecnologico veramente importanti per le risorse comunali ormai ridotte al lumicino».

Un ordine del giorno del Gruppo regionale del Pd chiedeva sostegno della Regione ai Comuni per acquisire gli impianti di illuminazione non di proprietà: «Il progetto di legge si prefigge importanti obiettivi di contenimento dell’inquinamento luminoso e di risparmio energetico, con conseguente risparmio luminoso – spiega Jacopo Scandella, consigliere regionale del Pd –. In molti Comuni lombardi i punti luce sono di proprietà di soggetti terzi e quindi l’amministrazione comunale è nella condizione di dover predisporre programmi per l’acquisizione degli impianti non di sua proprietà, proprio in un momento in cui gli enti locali vivono una situazione di difficoltà economica e finanziaria».

«Ecco perché l’ordine del giorno del Pd impegnava la Giunta regionale “a inserire nel prossimo bilancio di previsione, idonee risorse finanziarie da destinare ai Comuni per realizzare l’acquisizione degli impianti luce di proprietà di soggetti terzi e per gli interventi di mitigazione dell’inquinamento luminoso». Invece, la Giunta, per voce dell’assessore regionale all’Ambiente Terzi, ha preferito rinviare l’impegno: «Non ha escluso che in futuro si possano ipotizzare risorse in questo senso – prosegue Scandella –. E noi ci auguriamo che Regione Lombardia non faccia trascorrere molto tempo».

Tra l’altro, per il consigliere Pd la soluzione potrebbe passare «anche attraverso bandi a favore delle amministrazioni comunali che vogliono mettersi al passo con i tempi. Sappiamo che le risorse sono poche, ma potrebbero bastare per fare da volano».

Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia, commenta: «Questa legge sull’illuminazione esterna, il risparmio energetico e il contrasto all’inquinamento luminoso è positiva nel suo complesso. Saranno i Comuni, e non le società che gestiscono il servizio a conoscere direttamente e analiticamente lo stato della propria rete di pubblica illuminazione, i consumi energetici e i costi di manutenzione di un sistema che non può essere più, su ogni singolo palo, solo illuminazione ma anche servizi integrati inquadrabili nel concetto di smart city. In questo modo si potrà fare buona progettazione di impianti pubblici di illuminazione efficienti e pochi inquinanti»,

«È un progetto di legge che impone di pianificare, nel dettaglio per ogni realtà territoriale, l’efficientamento energetico, di ridurre l’inquinamento luminoso e orienta il pubblico nel perseguire l’acquisizione della proprietà degli impianti, anche con la possibilità del riscatto. Bisogna evitare altri casi come Milano dove l’illuminazione led è arrivata senza una progettazione coerente. Certo una buona legge non basta: occorre sempre controllarne l’applicazione. Dietro ogni appalto o esecuzione di progetto è sempre presente il rischio di favorire le grandi realtà imprenditoriali poco interessate ed attente all’interesse pubblico», conclude Corbetta.

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