L’evaso Max Leitner scrive pronto a trattare con la procura

Con una lettera inviata al suo avvocato si è fatto vivo il re delle evasioni Max Leitner, fuggito il 15 ottobre dal carcere di Bergamo assieme al siciliano Emanuele Radosta, in cella - quest’ultimo - per omicidio. Nella lettera che reca il timbro postale di Torino - rivela oggi il Corriere dell’Alto Adige - il rapinatore chiede al legale di presentare appello per l’ultima condanna che gli era stata inflitta, sette anni per rapina, e chiede inoltre di aprire delle non meglio definite trattative con la procura di Bolzano facendo intendere di essere in grado di far trovare dell’esplosivo nascosto in Alto Adige. Come ha detto il legale di Leitner, Michael Gostner, della lettera è stata immediatamente data segnalazione alle autorità e il procuratore di Bolzano Cuno Tarfusser ha respinto qualunque ipotesi di trattativa con il latitante. Leitner era stato catturato l’ultima volta dopo una gigantesca battuta in un campo di mais a Teodone, nei pressi di Brunico. Si tratta di uno dei più noti banditi altoatesini che ha alle spalle, ormai, quattro evasioni. La penultima risale al giugno di due anni fa, quando non rientrò in cella, nelle carceri «Due Palazzi» di Padova. Max Leitner - 45 anni, di Bressanone - aveva cominciato a far parlare di sé per una serie di rapine in banca nel Nord Italia e in Alto Adige verso la fine degli anni ’80. Poi si spinse anche in Austria dove, nell’agosto del ’90, fu catturato dalla polizia austriaca durante un assalto ad un furgone portavalori. Rinchiuso in carcere in Austria, Leitner riusci’ però ad evadere. Dopo qualche giorno si consegnò, al confine di Prato Drava, alla polizia italiana: «meglio stare in un carcere italiano che in uno austriaco», aveva detto. Rinchiuso poi a Bolzano, fu protagonista della più classica delle evasioni calandosi da una finestra usando lenzuola annodate. Rimase latitante per sei mesi e tornò poi in carcere a Padova dove ci fu la terza evasione. Leitner era stato catturato a luglio dell’anno scorso nei pressi di Brunico durante le ricerche seguite ad una rapina ad una banca del piccolo paese di Molini di Tures, con un bottino di 30 mila euro. Per l’ultima evasione dal carcere di Bergamo una guardia carceraria, Raffaele Di Simone, è accusata di complicità.

Approfondimento

Il giorno dell’evasione

(06/11/2004)

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