Londra, bergamasca tra i soccorritori
«In ospedale 24 ore per curare i feriti»

«Sono stati momenti molto concitati. Ho appreso la notizia dai monitor dell’ospedale, dove mi trovavo già in servizio ed è stato subito diramato lo stato di allerta, per tutti coloro che lavorano all’Imperial College – Chelsea and Westminster Hospital».

Sara Sciacca, 33 anni, bergamasca, medico chirurgo dell’ospedale londinese racconta gli attimi immediatamente successivi all’attacco terroristico. «Ogni medico e paramedico è stato contattato personalmente dall’ospedale per essere pronti ad ogni evenienza – prosegue Sciacca, da 6 anni a Londra –. Ci siamo preoccupati pensando alle

vittime e a quanti feriti avremmo potuto prendere in carico». Le sirene della polizia e l’andirivieni delle ambulanze ha scandito il giorno e la notte. «Abbiamo lavorato 24 ore ininterrottamente in radiologia e in corsia – aggiunge –. I feriti erano nel panico, alcuni hanno riportati traumi perché nella confusione sono rimasti schiacciati o sono stati calpestati nella calca. A un certo punto è arrivata una signora di Roma. Non parlava l’inglese, ho fatto da interprete coordinando gli altri medici».

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