Lombardia, primo via libera
al referendum per l’autonomia

La Commissione Affari Istituzionali ha approvato oggi la proposta di referendum per l’attribuzione a Regione Lombardia di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.

A favore i gruppi di maggioranza, astenuto il Movimento 5 Stelle, contrari Pd e Patto Civico. Il quesito referendario, che ora passerà al vaglio del Consiglio regionale, è il seguente: «Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’ attribuzione di particolari condizioni di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma della Costituzione?».

Il relatore, Stefano Bruno Galli (Lista Maroni), ha espresso soddisfazione per il testo uscito dal tavolo del gruppo di lavoro: «Questo è un referendum che dà voce al popolo lombardo e a una regione che vanta oltre 50 miliardi di residuo fiscale e pesa per il 21% del pil nazionale – ha detto in Commissione – Il quesito è essenziale perché le specifiche sulle materie in cui si reclama maggior autonomia saranno contenute nella apposita risoluzione che accompagnerà il provvedimento».

I consiglieri Fabio Pizzul (Pd) e Roberto Bruni (Patto Civico) hanno motivato il voto contrario ritenendo il quesito «pleonastico» perché privo di indicazioni specifiche riguardo alle materie su cui chiedere più autonomia e di richieste diverse da quanto già previsto dalla Costituzione. «Resta poi -hanno aggiunto- il tema della sproporzione fra costo e utilità effettiva.

Il consigliere Dario Violi (M5S), sottolineando la condivisione del percorso fatto nel gruppo di lavoro, ha motivato l’astensione anche per il mancato accoglimento di un emendamento che chiedeva di togliere i dati relativi al residuo fiscale, «particolare che nulla ha a che vedere con la proposta referendaria». Per il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo, referendum è un «passaggio fondamentale per sostenere con l’appoggio del popolo una svolta istituzionale urgente e mettere un freno alla deriva centralista in atto».

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