L’ex statale diventa un «boulevard»
Ecco il libro dei sogni per Dalmine

Per la statale che attraversa Dalmine arriva un’idea che guarda lontano, al 2050: parla di un viale alberato con piste ciclabili e pedonali, la trasformazione della roggia adiacente in un vero e proprio canale d’acqua e delle «dita verdi», cioè dei corridoi che dalla 525 si colleghino direttamente al Parco del Brembo.

Per la statale che attraversa Dalmine arriva un’idea che guarda lontano, al 2050: parla di un viale alberato con piste ciclabili e pedonali, la trasformazione della roggia adiacente in un vero e proprio canale d’acqua e delle «dita verdi», cioè dei corridoi che dalla 525 si colleghino direttamente al Parco del Brembo.

Le vicende riguardanti la strada sono tornate alla ribalta in quest’ultima settimana, quando dalla collaborazione tra Università degli Studi di Bergamo e amministrazione comunale di Dalmine è nato Lab Dalmen 525: una due giorni di studio dedicata alla 525 in cui tre architetti di fama internazionale - Francoise Helene Jourda, Christa Reicher e José María Tomás - con la collaborazione di alcuni studenti della facoltà di Ingegneria hanno pensato a un progetto di riqualificazione.

Il triangolo formato dall’incrocio tra la provinciale e l’autostrada sarà il motore della città. Un progetto ambizioso, che permetterebbe ai cittadini di Dalmine di riappropriarsi di una strada che non hanno mai sentito loro, ma non vincolante: se verrà seguito in toto, in parte o per nulla, saranno i futuri amministratori a deciderlo. Ora invece la statale è solo tanto traffico e, di notte, il regno delle «lucciole».

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