Lenzuolata di liberalizzazioni
Reggeranno alla pressione delle lobby?

Annunciata e temuta, alla fine è arrivata quella che lo stesso Matteo Renzi definisce una «sforbiciata» contro rendite di posizione e lobby, che bisognerà ben fronteggiare anche durante il (lungo) passaggio in Parlamento.

Una nuova «lenzuolata» di liberalizzazioni, quella contenuta nel ddl concorrenza, che va dall'energia alle assicurazioni, dalle comunicazioni alle poste, passando per banche e professioni. Niente di fatto invece sui porti, per i quali se ne riparlerà, su pressing del ministro Lupi con la riforma della portualità, così come sui farmaci di fascia C, che si continueranno a vendere solo in farmacia, tra le proteste di parafarmacisti e consumatori e l'esultanza della categoria.

Sui medicinali con ricetta (ma a carico dei cittadini) si era consumata una battaglia alla luce del sole tra la titolare della Salute, Beatrice Lorenzin, e il ministro dello Sviluppo Federica Guidi. Tanto che il ministro di Ncd ha twittato la sua «vittoria», che chiaramente è anche quella «dei cittadini», a Consiglio dei ministri ancora in corso. Una riunione molto lunga, quella del governo, oltre quattro ore e mezza, durante le quali c'è stato «un lavoro molto puntiglioso sulle misure», come ha spiegato la titolare dello Sviluppo.

Diverse, peraltro, le norme circolate nelle bozze e che alla fine non hanno trovato posto nel testo definitivo del ddl Guidi: dalla liberalizzazione degli sconti sui libri a quelle sui taxi che avrebbero potuto favorire la concorrenza di Ncc (il noleggio con conducente) e anche del nuovo servizio via app di Uber. Via anche alcune norme per favorire l'ingresso dei privati in sanità, come lo stop all'ok anche delle Regioni in base ai fabbisogni sanitari per l'apertura di nuove strutture.

Il pacchetto resta comunque ricco di novità e punta a «far calare le tariffe o diminuire i prezzi, aprendo pezzi di mercato oggi non tanto accessibili per nuove iniziative imprenditoriali», come ha sottolineato il ministro Guidi ricordando che si tratta di interventi che, da stime Ocse, possono far crescere il Pil in 5 anni fino a 2,5 punti in più. A partire dall'obbligo per le assicurazioni di mettere a punto pacchetti «con forti sconti» sulle tariffe per quegli automobilisti che accetteranno alcune condizioni, come farsi montare in auto la scatola nera o il rilevatore del tasso alcolico. O come la riduzione dei casi in cui sarà necessario rivolgersi al notaio, che vanno da una serie di atti per cui basterà la firma digitale, alle compravendite sotto i 100mila euro, che si potranno sottoscrivere anche solo davanti all'avvocato (con rischi di abusi e frodi, in particolare rispetto alle fasce più deboli, secondo il Consiglio del notariato). Novità anche per gli avvocati che saranno obbligati a presentare il preventivo e potranno tra l'altro far entrare soci di capitali nelle loro società. Stessa possibilità per le società di farmacisti, per i quali si elimina anche il tetto alla titolarità di massimo 4 licenze, aprendo la strada alle multinazionali e alla creazione di catene di farmacie. Destino segnato poi per il mercato di maggior tutela per luce e gas, che «gradualmente» in un percorso di tre anni, sarà abolito dal 2018, e via i vincoli regionali per l'apertura di nuove pompe di benzina. Con l'attuazione del ddl poi i contratti di fornitura di servizi, dai telefoni, a Internet alle pay-tv, dovranno essere più chiari soprattutto in materia di penali, come una spinta alla trasparenza arriva per i conti corrente, mentre si agevola la piena portabilità per i fondi pensione.

Salta infine la «riserva» delle Poste (che esiste ancora in Ue solo in Portogallo e Ungheria) sulla consegna di atti giudiziari e notifiche di sanzioni da parte della P.a. (come le multe).

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