Le famiglie tagliano la mensa
Bimbi all’asilo con il cestino
Il caso a segnalato a Treviglio: aumenta il numero di bambini che rinunciano al pranzo nelle scuole dell’infanzia e primarie. Le difficoltà economiche hanno messo a dura prova i bilanci di molte famiglie che faticano a racimolare i 5 euro per il pasto giornaliero dei figli.
È quanto hanno segnalato il 14 gennaio da alcune maestre trevigliesi durante l’incontro - indetto dalla Commissione mensa - tenutosi nel centro civico culturale. In quell’occasione le maestre hanno fatto notare che alcuni piccoli studenti non possono permettersi il pranzo e ricorrono alla cosiddetta «schiscetta».
Le maestre hanno segnalato la situazione e lanciano la proposta del pasto portato da casa. Idea bocciata sul nascere dall’Asl, rappresentata in quell’occasione dal dottor Federico Merisi, consigliere di minoranza e membro della commissione mensa. «L’idea di per sé è positiva – ha commentato Merisi – ma impraticabile perché il cibo da casa non è controllato dal punto di vista igienico». Come già accaduto in altre città italiane, l’Asl potrebbe anche dare il via libera alla proposta ma, per evitare il rischio «contaminazione» del cibo fornito dalla mensa, si dovrebbe allestire un’area ad hoc per i bambini che consumano il cibo portato da casa. Una proposta che ha fatto storcere il naso in numerosi plessi scolastici italiani perché si rischia la «ghettizzazione» dei bimbi con famiglie in difficoltà economiche.
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