Le famiglie normali sempre più povere
La crisi si vede nei Centri d’ascolto

«La crisi ha avvicinato anche gli italiani ai Centri di primo ascolto e coinvolgimento: nel 2013 sono state ascoltate ed accompagnate 7.396 persone di cui il 20,3% italiane. Non sono più luoghi a cui si rivolgono solo gli stranieri come è stato fino a poco tempo fa»

Nella giornata internazionale di lotta alla povertà la Caritas diocesana ha fotografato l’attività dei Centri di primo ascolto e coinvolgimento attraverso la ricerca presentata da Marco Zucchelli, che ha elaborato i dati forniti da 62 Centri sui 73 totali che coinvolgono 213 parrocchie (pari al 56% del totale) e sono presenti in 22 vicariati su 28.

La stima reale delle persone ascoltate è pari a oltre 9.000. «La quasi totalità sono espressione di famiglie – ha sottolineato Zucchelli – e non di singole persone. È la fascia di famiglie della “normalità” che si è impoverita. La situazione è preoccupante»; circa il 2,5% delle famiglie totali residenti in diocesi si è avvicinato direttamente o indirettamente ai Cpac.

La crisi ha spinto ad incrementare l’attività dei Cpac, a partire dai numeri con 29 realtà su 73 nate proprio tra il 2008 e il 2013. «Rispetto alla rilevazione 2008 i bisogni aumentano, oltre alla domanda “classica” di aiuto in cibo ed indumenti, ci sono elementi nuovi, prima non rilevati». Così, oltre al significativo aumento della presenza di genitori separati .

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 18 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA