Lavoro, 319 mila contratti fissi in più
Tempo indeterminato: +34,6%

Le assunzioni a tempo indeterminato volano nei primi otto mesi dell’anno soprattutto grazie al taglio triennale dei contributi previsto dalla Legge di stabilità per il 2015.

Tra gennaio e agosto – secondo il Rapporto sul precariato dell’Inps pubblicato ieri – le attivazioni di contratti complessive (per il lavoro privato esclusi i domestici e gli operai agricoli) sono state 3,28 milioni, in aumento del 9,7% sullo stesso periodo del 2014.

Ma se le assunzioni a termine hanno registrato una crescita dell’1,3% per quelle a tempo indeterminato si è avuto un +34,6%, pari a 1.164.000. Se si considerano le cessazioni e le trasformazioni a tempo indeterminato la variazione netta positiva per il periodo 2015 è di 423.455 rapporti a tempo indeterminato, un risultato migliore rispetto all’anno scorso (quando il saldo positivo fu di 104.353 contratti) di 319.102 unità.

«Il #jobsact porta più diritti e più lavoro. #italiariparte», ha commentato entusiasta il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, su Twitter. Dalla maggioranza in molti sottolineano il buon dato. «Fatti non parole», dice il sottosegretario al Lavoro, Massimo Cassano. «Dati in carne e ossa», dice il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini evidenziando che dietro le statistiche ci sono «uomini e donne». «I provvedimenti del governo stanno dando i loro effetti – sostiene l’ex ministro e ora capogruppo Ncd alla Camera, Maurizio Lupi –: l’uscita dalla crisi è ormai più di una speranza». Anche il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, vede nei dati «la crescita, con chiarezza, in senso assoluto dei contratti a tempo indeterminato». Una nota critica arriva invece da Renato Brunetta, presidente dei deputati Pdl, che lancia una stoccata e definisce l’«Inps di Tito Boeri ormai organo ufficiale del renzismo di seconda generazione».

Nei propri dati l’Istituto segnala il forte impatto della misura sull’esonero contributivo previsto dalla Legge di stabilità per le assunzioni a tempo indeterminato sottolineando che usufruiscono della decontribuzione 790.685 contratti (179.702 delle quali con trasformazioni a tempo indeterminato di contratti a termine). Il dato, praticamente simile a quello di luglio (787.000), nonostante i 53.002 contratti di questo tipo registrati ad agosto risente della revisione dei dati sugli apprendisti e sulle trasformazione dei rapporti a termine.

Le assunzioni stabili hanno riguardato prevalentemente persone over 30 (il 74% del totale) ma la crescita rispetto all’anno scorso è stata più alta per i più giovani rispetto alla media (+45,6% per gli under 24 e +44% per le persone tra i 25 e i 29 anni a fronte del +34,6% complessivo).

I settori di attività economica che hanno registrato una maggiore crescita di assunzioni a tempo indeterminato sono stati l’attività estrattiva, attività manifatturiere; fornitura di energia elettrica, gas, acqua; ecc (+45,1% rispetto allo stesso periodo del 2014) e il commercio, compresa la riparazione, il trasporto e magazzinaggio e i servizi di alloggio e di ristorazione (+41,8%, da 290.249 a 411.536 assunzioni a tempo indeterminato).

Quasi tre quarti delle nuove assunzioni a tempo indeterminato hanno riguardato operai (850.796 su 1.164.866, il 73%), un dato di poco inferiore a quello del 2014 (76%).

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