Lavoratori esposti all’amianto e senza pensione Il Prefetto assicura: sentirò i vertici Inps e Inail

Un centinaio di lavoratori della Dalmine hanno organizzato oggi pomeriggio un presidio davanti alla Prefettura di Bergamo per protestare contro la difficile situazione determinata dalla revoca, da parte dell’Inail, dei benefici previdenziali a 49 dipendenti dell’azienda che sono stati esposti per oltre dieci anni al pericolo dell’amianto.Da gennaio ad oggi, secondo i sindacati, sono già cinque le vittime accertate, colpite da tumori sviluppatisi a causa dell’ esposizione prolungata all’amianto. L’ultimo decesso risale al 12 agosto scorso; la vittima è Carlo Bertola, un cinquantenne di Verdellino (Bergamo), impiegato nel reparto di manutenzione dell’impianto-treno medio. Già nel 2001 l’operaio aveva raccolto la documentazione medica per la richiesta dell’ indennizzo, che gli fu accordato solo l’anno successivo dopo un delicato intervento chirurgico.

Le categorie di lavoratori interessati dal provvedimento dell’Inail dello scorso 31 luglio sono tre: coloro che percepiscono una pensione e in seguito alla revoche non potranno godere dell’integrazione economica, coloro che non potranno andare in pensione in tempi brevi, nonostante posseggano i requisiti e coloro che, in seguito al provvedimento, rimangono oggi senza pensione né lavoro.

Alle 17, durante il picchetto dei lavoratori, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il prefetto Cono Federico, per chiedere un incontro chiarificatore al Ministero del Lavoro: «È una brutta storia ha detto il funzionario alla quale è necessario trovare una soluzione; è impensabile lasciare decine di lavoratori senza retribuzione». Il prefetto si è quindi impegnato ad ascoltare già nei prossimi giorni i vertici di Inps e Inail per capire i motivi della revoca. Al termine dell’incontro i sindacati hanno espresso la loro soddisfazione: «La strada che ha illustrato il prefetto - ha detto il segretario della Fiom Cgil, Martino Signori - potrebbe essere quella giusta per la soluzione del problema». Nel frattempo, sui 49 lavoratori a cui è stata revocata la pensione pesa l’incubo di un avviso di garanzia emesso dalla Magistratura. L’accusa è di aver sottoposto all’Inail una documentazione errata o inadeguata per la richiesta dell’indennità.

(27/08/2004)

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