«L’autista Atb parla al cellulare
tra curve a rischio e inchiodate»

Un viaggio con la navetta Atb e con l’autista che parla al telefono cellulare senza auricolare, tra curve pericolose e inchiodate». A segnalare la vicenda un lettore: «Sono piacentino e, venerdì sera 25 luglio, ho utilizzato alle ore 20.25 dal piazzale dello Stadio la navetta gratuita per Città Alta con altre 20-25 persone - scrive il nostro lettore -. Sulla navetta ci siamo però trovati l’autista che, bello come il sole, se la parlava al cellulare senza auricolare, cioè guidando con una mano sola».

«La conversazione è continuata per tutto il tragitto, fra inchiodate e curve, come dire, “pericolosamente prese” fino alla funicolare . continua la lettera -. E alla funicolare la conversazione è continuata».

E il lettore in questione non lascia cadere la cosa: «Vado dai carabinieri di Città Alta per chiedere cosa fare, suono: caserma vuota. Fumo una sigaretta ed aspetto 15 minuti: caserma vuota. Cerco un vigile, trovo due agenti della polizia locale ai quali chiedo se ciò è legale». E cosa gli rispondono? «Che sì, , si può: l’autista Atb può parlare senza auricolare al cellulare (ho esplicitamente chiesto se poteva farlo senza auricolare, cioè col telefonino in mano)!».

E il lettore continua: «Due persone durante il viaggio si sono letteralmente schiantate contro il vetro della navetta a causa delle curve fatte “alla Holer Togni” con una mano sola dall’autista! Spero che Atb prenda provvedimenti verso questa persona».

E la risposta di Atb non tarda ad arrivare: «Riceviamo la segnalazione e, come prassi, abbiamo disposto la verifica del comportamento lamentato dall’utente - spiegano dall’azienda di trasporto pubblico -. Se ci saranno conferme, l’azienda provvederà ad applicare al conducente le procedure disciplinari previste. L’unica cosa che possiamo confermare sin d’ora è che gli autisti non hanno alcuna dispensa rispetto a quanto disposto dal Codice della Strada circa l’utilizzo di telefoni mobili, possibile solo indossando l’apposito auricolare».