«Uccise la figlia»
Ergastolo confermato per l’operaio di Villa d’Almè

Ergastolo confermato anche dalla corte d’assise d’appello per l’operaio 39enne di Villa d’Almè finito in carcere dal 2005 con l’accusa dell’omicidio della figlioletta e tentato omicidio del suo terzogenito. La condanna di secondo grado è stata emessa oggi a Brescia, accogliendo la richiesta del pg: secondo i giudici l’imputato avrebbe scosso violentemente i bimbi e poi avrebbe cercato di soffocarli. La bimba era morta a 4 mesi nel gennaio del 2004, il terzogenito avrebbe rischiato di fare la stessa fine nella primavera del 2005 quando era nato da soli 60 giorni.La difesa aveva sostenuto che le lesioni sono compatibili con una malattia congenita: la morte della bimba, infatti, era stata in un primo tempo archiviata come decesso naturale. Il caso era però stato riaperto nel 2005, quando i medici degli Ospedali Riuniti, dove il terzogenito dell’operaio era ricoverato, si erano accorti che il bimbo presentava gli stessi sintomi della sorellina, che si manifestavano soprattutto dopo le visite del genitore. Così erano state piazzate delle telecamere nascoste: nelle immagini si vedeva l’uomo che, quando era da solo con il piccolo, lo afferrava estraendolo dalla culla, stringendolo a sé e mettendogli il bavaglino in bocca. Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di tentativi di soffocarlo. Il trentanovenne ha invece sempre sostenuto che stava cullando il figlioletto e che gli stava pulendo la bocca.(03/10/2008)

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