«Nessuna scommessa con Signori
Nel mio studio nessuna centrale»

Nel suo interrogatorio durato due ore, Manlio Bruni, il commercialista di Beppe Signori ha confermato davanti al gip Guido Salvini l'impianto accusatorio dell'inchiesta sul calcio scommesse «Last Bet», anche se, ha sottolineato al termine dell'interrogatorio, «non c'era nessuna centrale di scommesse nel nostro studio».

Sarà una settimana fondamentale per l'inchiesta «Last Bet». Si comincia mercoledì con due indagati «eccellenti»: il primo, Beppe Signori che comparirà alle 15 di fronte al gip Guido Salvini, è eccellente per il nome che porta e per la storia calcistica che ha alle spalle; il secondo, Massimo Erodiani, che sarà sentito dal pm Roberto di Martino sempre nel pomeriggio, era di fatto uno sconosciuto fino all'inizio dell'inchiesta ma diventa personaggio cruciale ora che è stato indicato, da Pirani, come l'uomo che «sa delle partite truccate in serie A».

Sempre mercoledì, anche Giorgio Buffone, direttore sportivo del Ravenna, sarà torchiato dal procuratore capo. Giovedì pausa, venerdì è il turno di un'altra figura chiave, Marco Paoloni: l'ex portiere della Cremonese cercherà di chiarire la sua posizione a di Martino.

Nel suo interrogatorio durato due ore, Manlio Bruni, il commercialista di Beppe Signori ha confermato davanti al gip Guido Salvini l'impianto accusatorio dell'inchiesta sul calcio scommesse «Last Bet», anche se, ha sottolineato al termine dell'interrogatorio, «non c'era nessuna centrale di scommesse nel nostro studio». Il commercialista, attualmente agli arresti domiciliari, si è fermato a parlare con i giornalisti al termine dell'interrogatorio affiancato dal proprio legale.

In tre ore Bruni ha spiegato la sua versione al gip «confermando l'impianto accusatorio - ha detto il suo legale, Bruzzese - e fornendo particolari per chiarire la nostra posizione». «Non ho mai avuto rapporti con il calcio giocato - ha sottolineato Bruni - ci sono state date della dritte sbagliate su Inter-Lecce e noi abbiamo giocato. Ma non c'era nessun illecito su quella partita tanto è vero che abbiamo perso».

Al gip, secondo quanto si apprende, Bruni avrebbe fatto il nome di Massimo Erodiani e Antonio Bellavista come i due che gli avrebbero fornito la dritta sulla partita, poi rivelatasi sbagliata. In merito alle altre due partite che vengono contestate al commercialista, Atalanta-Piacenza e Benevento-Pisa (combinate secondo l'accusa), Bruni ha detto che su quegli incontri «noi non abbiamo giocato». Quanto a Beppe Signori «è un mio amico e sono il suo commercialista - ha aggiunto - ma non abbiamo fatto scommesse insieme. Quello che voi chiamate clan dei bolognesi - ha concluso - ha giocato una sola partita e ha perso». (ITALPRESS).

Secondo altre agenzie di stampa, invece, Bruni avrebbe detto che Beppe Signori, l'ex attaccante della Nazionale, teneva i contatti tra il «clan dei bolognesi» e il giro di scommettitori di Singapore. Bruni, ex commercialista di Signori, titolare di uno studio a Bologna, lo avrebbe detto proprio nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Cremona Guido Salvini, dove mercoledì si presenterà proprio Signori. Tra Signori e gli scommettitori asiatici, sempre secondo quanto avrebbe riferito Bruni, ci sarebbe stato un ulteriore intermediario «anche per motivi di lingua».

Secondo gli inviati dell'agenzia Ansa, Bruni avrebbe parlato anche, e molto, di Signori e del modo in cui venivano effettuate le scommesse a Singapore, in modo da evitare i sospetti dei bookmakers italiani ed europei. Tanto che, si sottolinea in Procura, la posizione dell'ex bomber è, di fatto, «compromessa». L'ultimo tassello i magistrati dovrebbero metterlo mercoledì quando Beppe si presenterà in procura per l'interrogatorio di garanzia, anche se è possibile che si avvalga della facoltà di non rispondere.

Una possibilità, questa, avvalorata - secondo l'Ansa - anche da un'altra circostanza: nel corso delle perquisizioni sarebbe stata trovata proprio a casa di Signori una lista con le «regole» che andavano rispettate per le scommesse. Regole che riguardavano sia gli italiani sia gli asiatici che giovavano sulle «dritte» provenienti dal nostro paese. Quali? Ad esempio che «in Asia si gioca soltanto nel momento in cui inizia la partita"». O che devono essere stabiliti chiaramente i giorni in cui le scommesse vengono pagate. Signori, scrive l'Ansa, di questo meccanismo, sarebbe stato il perno. Quello attorno al quale si muoveva il fiume di denaro transitato nello studio bolognese: 450mila euro in assegni li hanno sequestrati gli investigatori durante le perquisizioni.

Ma gli inquirenti - conclude l'Ansa, sono convinti che il volume di affari era ben più elevato. In sostanza, avrebbe ammesso durante l'interrogatorio Bruni, era proprio Signori l'uomo che teneva i contatti tra coloro che davano le «dritte» - Erodiani, Bellavista - e i personaggi a Singapore. Questi ultimi - conclude l'Ansa - non sono stati individuati, mentre è stato identificato l'intermediario tra Signori e gli asiatici: un esperto di informatica e gran conoscitore del mondo delle scommesse.

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