«Dalle Alpi alle Ande»
Il Celim per la tutela ambientale

Dopo la nascita di un tavolo di lavoro durato più di un anno è stato possibile mettere in moto un processo fondato su mobilità, scambi e migrazioni, che dovrebbe rafforzare i legami tra i due territori e le due popolazioni.

«Un problema comune può mettere d'accordo tutti o quasi tutti, perlomeno nella ricerca di risposte propositive ad esse». È così, cercando un filo conduttore su ambiti comuni del proprio vivere quotidiano, che le associazioni dei boliviani di Bergamo insieme alle associazioni locali bergamasche, hanno dato vita ad un nuovo progetto di co-sviluppo per la tutela ambientale; un'opportunità importantissima per facilitare il dialogo interculturale tra le istituzioni, i singoli cittadini e la popolazione immigrata boliviana che ha voglia di mettersi in gioco.

La storia ed i legami fra Bergamo e Bolivia sono lontanissimi, come lontanissime e numerose sono le esperienze di cooperazione internazionale fra queste due popolazioni. Mai come in questi anni però sono esistite le condizioni per costruire percorsi di cooperazione che non siano solo unidirezionali (dal nord verso il sud) ma che siano piuttosto il risultato di un vero e sincero processo di incontro e dialogo fra i cittadini di Bergamo e di Bolivia che si trovano contemporaneamente a vivere sulle due sponde (quella delle Alpi e quella delle Ande).

E' così che dopo la nascita di un tavolo di lavoro durato più di un anno è stato possibile mettere in moto una vera e propria azione di co-sviluppo, ossia un processo fondato su mobilità, scambi e migrazioni, che dovrebbe rafforzare i legami tra i due territori e le due popolazioni. Il riconoscimento delle competenze dei migranti e delle migrazioni diventa una condizione fondamentale per costruire uno sviluppo condiviso, sostenibile e interculturale.

"Dalle Alpi Alle Ande. Gestione partecipata del territorio e tutela ambientale tra Italia e Bolivia" è un progetto che coinvolge sul nostro territorio bergamasco due associazioni di migranti, il Centro Socio Culturale "Casa dei Boliviani" (capofila) e la Red Intercultural Madre Tierra, due ONG bergamasche di cooperazione internazionale, Cesvi e Celim Bergamo e, infine, Legambiente. Il progetto prevede la costituzione di un partenariato significativo con altrettante realtà boliviane, tra cui: OCMA (Organizzazione delle donne contadine dell'amazzonia del Beni), il CEFTE (Centro di Formazione tecnica di Eterazama) a Cochabamba e CIPCA (Centro di investigazione e promozione delle attività contadine) nel regione di Pando.

Questo percorso, finalizzato a facilitare il processo di integrazione dei migranti nel tessuto locale bergamasco, opera attraverso attività ambientali mirate alla partecipazione diretta di boliviani e italiani. Saranno in tal senso promosse inziative pubbliche di tutela del territorio che vadano a promuovere un uso sostenibile delle risorse naturali ed ambientali attraverso uno scambio di esperienze e buone pratiche.

La specifica componente boliviana del progetto prevede invece interventi coordinati in 3 diversi dipartimenti (Pando, Beni e Cochabamba) attraverso il recupero di aree degradate, la protezione dei suoli, l'agro-foresteria e il recupero della fertilità dei suoli contaminati.

La vera novità di questa iniziativa perciò è la messa in opera di una vera e integrata  componente transnazionale che permetterà a questo progetto il raggiungimento dell'obiettivo fondante, ossia la possibilità di intravedere un futuro comune su questo pianeta come il risultato di un'azione che si colloca contemporaneamente sia in una dimensione locale che globale (glocale). L'agire sarà in grado di favorire una partecipazione attive alla vita sociale e culturale dalle Alpi alle Ande, sia la  capacità di una condivisione più profonda del nostro ambiente, inteso non solo come suolo da abitare e da sfruttare economicamente, ma come ambito di vita e di relazione profonda (la Pacha Mama).

Il progetto è realizzato con il contributo del Comune di Milano.

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