L’albanese ucciso dal pensionato
L’autopsia: un unico colpo al petto

Il giovane ladro albanese Gjergi Gjoni, ucciso dal pensionato Francesco Sicignano a Vaprio d’Adda, è morto a causa di un unico colpo di pistola che ha
raggiunto il petto.

È quanto emerge dai primi esiti dell’autopsia sul cadavere, eseguita lunedì 26 ottobre all’Istituto di medicina legale di Milano. Gli inquirenti attendono quindi la relazione completa del medico legale.

Intanto, il 30 ottobre, verranno eseguiti gli esami balistici sulla pistola di Sicignano, sequestrata dai carabinieri che stanno conducendo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Antonio Pastore.

Esami che sono stati affidati ai carabinieri del Ris di Parma. La famiglia di Gjoni, assistita dall’avvocato Francesco Mongiu che ha nominato un consulente per l’autopsia, attende quindi il nulla osta della Procura per celebrare i funerali del 22enne.

«Se nostro figlio ha sbagliato, ha sbagliato molto di più chi lo ha ucciso. Per questo vogliamo giustizia». Lo affermano Mark Gjoni e sua moglie Marie, i genitori di Gjergi, il ladro ucciso dal pensionato. «C’è incredulità e rabbia - spiegano i genitori che si trovano in Albania --. La rabbia di chi non capisce e vuole sapere. È umano, di fronte a una morte così. Chiediamo due cose: di potere riabbracciare nostro figlio. E di avere giustizia. Ci affidiamo alle autorità italiane. Siamo certi che i magistrati e i giudici sapranno dirci la verità su quanto è accaduto. Non abbiamo nessun sentimento di vendetta verso quell’uomo - aggiungono - Ma se ha sbagliato deve pagare».

Alla domanda su se abbiano qualcosa da dire al pensionato che ha sparato e ucciso il loro figlio, i genitori della vittima replicano: «Sarà la sua coscienza a dirgli se può dormire tranquillo e non avere rimorso per aver ucciso un ragazzo. Solo la sua coscienza gli dirà se può guardare in faccia figli e nipoti senza provare vergogna. La coscienza - aggiungono - parlerà in silenzio a questa persona. Gli dirà se è un uomo o un assassino».

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