Cronaca / Valle Seriana
Giovedì 23 Gennaio 2014
«L’acqua rimanga anche nostra»:
Appello di 50 Comuni a Uniacque
C’è la storia, il know-how, le professionalità e i bilanci sani da salvaguardare. Ma c’è anche la disponibilità a trovare una soluzione condivisa. Sul tavolo, anzi al Tavolo delle regole convocato in Provincia per trovare la quadra con Uniacque, loro ci sono.
C’è la storia, il know-how, le professionalità e i bilanci sani da salvaguardare. Ma c’è anche la disponibilità a trovare una soluzione condivisa. Sul tavolo, anzi al Tavolo delle regole convocato in Provincia per trovare la quadra con Uniacque, loro, le altre società del territorio ancora fuori dal gestore unico dell’acqua, ad ottobre erano andate con spirito collaborativo.
«Tutti seduti con pari dignità per trovare un accordo che potesse andare bene a tutti». E invece.... «tutto si è arenato e non certo per mancanza di volontà da parte nostra, ma perché probabilmente Uniacque non ha intenzione di arrivare a una soluzione che vada bene a tutti» dicono in coro Hidrogest, Cogeide, Servizi comunali spa e Amias srl di Selvino, le quattro società finora non confluite in Uniacque che servono una cinquantina di Comuni.
In ballo ci sono fior di contenziosi con la società chiamata a gestire il servizio idrico in tutta la provincia. «Ma per cortesia non chiamateci ribelli. Loro semmai sono il Lupo cattivo e noi Cappuccetto rosso...» taglia corto Enrico de Tavonatti, direttore generale della Servizi comunali, la multiutility che copre una sessantina di Comuni (4 per l’acqua, il resto per i rifiuti) che vanno dal Sebino alla Bassa fino alla Val Brembana. Non sono risparmiate frecciate a Uniacque «che si comporta come se avesse un mandato imperiale»: «Hanno fatto azioni legali verso i nostri Comuni mentre trattavano con noi. Da non credere» .
Al presidente della Provincia Ettore Pirovano i quattro gestori, prima di Natale, hanno fatto avere una proposta, Meglio sarebbe dire una controproposta per non finire nel «calderone» del gestore unico dell’acqua: la parola magica è «Scarl», ossia costituire una società consortile a responsabilità limitata.
Che cosa vuol dire? «Che ognuno mantiene la propria autonomia gestionale e professionale dentro una società consortile dove il gestore unico, Uniacque, coordina le politiche tariffarie e di investimento» spiega Gian Maria Mazzola, presidente di Hidrogest, È passato un mese e da Via Tasso nessuno si è fatto sentire.
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