La storia: l’addio ad Andrea
Il 13enne che rideva con gli occhi

«Chi lo sa se il mio posto è qui, o è solo una fatalità?». Max Pezzali cantava così in «Ci sono anch’io» - una delle sue canzoni più apprezzate - e queste sono le note che cullano la salma di Andrea Agostinelli, 13 anni, nel salotto di via Azzano (a Stezzano) in quella che era casa sua.

«Chi lo sa se il mio posto è qui, o è solo una fatalità?». Max Pezzali cantava così in «Ci sono anch’io» - una delle sue canzoni più apprezzate - e queste sono le note che cullano la salma di Andrea Agostinelli, 13 anni, nel salotto di via Azzano (a Stezzano) in quella che era casa sua mentre parenti e amici gli portano l’ultimo saluto e mamma Pamela con papà Alberto ricordano il loro primogenito, scomparso mercoledì a causa di un arresto cardiaco.

«Max Pezzali era il suo cantante preferito - raccontano i genitori, provati ma orgogliosi di lui - e pensiamo proprio che il posto di Andrea era esattamente tra noi, ci ha scelto per farci crescere e capire a fondo la vita, non per fatalità».

Andrea ha subito gravi lesioni celebrali durante la gestazione, non ha mai camminato né parlato ma ha sempre dispensato gioia e amore per la vita. «Rideva con gli occhi, comunicava con un semplice verso. A scuola si esprimeva grazie ad un comunicatore mentre a casa si faceva capire in modo naturale perchè sapeva che noi l’avremmo capito». I genitori hanno deciso di donare gli organi di Andrea, sicuri che lui avrebbe voluto così, per darsi a qualcun altro e per dire a tutti, senza parlare: «Ci sono anch’io».

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