Cronaca
Lunedì 18 Gennaio 2016
La storia di Pavoletti, bomber emergente:
il naso da pagliaccio, il maiale vietnamita
Un maiale vietnamita come animale domestico, una propensione per il gol e una vita extracalcio ben lontana dallo stereotipo del calciatore moderno. Rifugge la mondanità e preferisce donare il tempo travestendosi da pagliacco per i bambini malati.
Leonardo Pavoletti stupisce in tutto. Con il Genoa segna reti a raffica, cinque nelle ultime tre gare comprese le doppiette alla Sampdoria e al Palermo (una straordinaria in acrobazia), ben dieci in 13 partite giocate dopo che già nella scorsa stagione aveva siglato sei gol in appena dieci sfide. Insomma, sempre protagonista con i suoi gol di testa, in acrobazia, di destro e di sinistro.
Lontano dal campo Pavoletti è tutt’altro che un personaggio esuberante. Anzi, è schivo e preferisce impegnarsi nel sociale. Non disdegna indossare il «naso rosso» della Onlus Medici del Sorriso. Lo ha fatto anche prima di Natale quando con il compagno Perin ha visitato i piccoli degenti della Clinica De Marchi di Milano portando regali e simpatia a tutti.
Unico vezzo un animale domestico non convenzionale un maiale vietnamita di nome Mou (che significa maiale nella lingua orientale) dal peso di quasi 100 chili che il giocatore ha nella sua casa livornese.
Nato a Livorno il 26 novembre del 1988 è arrivato nel calcio che conta abbastanza tardi, ma lo ha fatto a suon di gol. Cresciuto nell’Armando Picchi di Livorno, con Van Basten e Cristiano Lucarelli come idoli ha scalato tutte le categorie. Dai 9 gol al Pavia in Seconda Divisione nel 2009/2010, passando per i 16 al Lanciano in Prima Divisione per proseguire poi in B con il Sassuolo, 11 reti, e quindi al Varese con 20 gol nella stagione 2013/2014.
Ma è il Genoa che lo accoglie dal Sassuolo prima in prestito a gennaio 2015 e poi lo riscatta in estate valorizzandolo al meglio. Grazie al gioco di Gasperini Pavoletti diventa bomber implacabile. In 23 partite ha segnato in due mezze stagioni ben 16 reti e pensare che in realtà la sua carriera sportiva avrebbe potuto essere su un campo da tennis. Con il papà maestro di tennis, il primo terreno sportivo che ha calcato è stato la terra rossa, ma a 10 anni ha scelto il calcio. Con Lucarelli nel cuore. Ora Pavoletti gioca e segna per il Genoa, per sé e sogna.
Il commissario tecnico della Nazionale Antonio Conte lo sta guardando.
© RIPRODUZIONE RISERVATA