La Provincia spinge per Cortenuova
E l’interoporto punta sulle ex acciaierie

«Io voglio sul territorio bergamasco l’interporto. È un asset strategico. La nuova ipotesi di Cortenuova sta sempre più suscitando il favore del mondo imprenditoriale e istituzionale».

Il presidente della Provincia Matteo Rossi rilancia la volontà di via Tasso che la pianura diventi sede di un interporto di rilevanza regionale. «Quella di Treviglio-Caravaggio invece - dice - continua a riscuotere dubbi. D’altronde non si può pensare di accentrare tutti i servizi della pianura nei loro territori».

Di interporto, termine con cui si intende una struttura logistica a servizio dello scambio merci gomma-ferro (fra camion e treni e viceversa), nella Bergamasca si parla ormai da quasi vent’anni.

Il ptcp (piano territoriale di coordinamento provinciale), varato nel 2002, ha individuato due possibili sedi: una a Montello che si può ormai definire tramontata dopo lo scioglimento nel 2014 della Sibem, la società che era stata costituita per la sua realizzazione. E uno fra Caravaggio e Treviglio, ipotesi sempre sostenuta con forza dall’ex presidente della Provincia Ettore Pirovano (Lega Nord).

Per Rossi, invece, è arrivato il momento che si prenda in reale considerazione una soluzione alternativa che, a suo dire, potrebbe sbloccare l’operazione: si tratta dell’area di 500 mila metri quadri (a destinazione logistica, produttiva e commerciale) delle ex acciaierie di Cortenuova, adiacente al centro commerciale «Le Acciaierie» (attualmente chiuso). Area che ha il vantaggio di essere già interamente urbanizzata. E che è attraversata dalla linea ferroviaria Milano Venezia di cui le ex acciaierie si servivano attraverso uno scalo ferroviario attualmente inattivo.

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