La Procura di Verona: nessun quarto uomo sul piazzale della sanguinosa sparatoria

Non c’era nessun quarto uomo sulla scena della sanguinosa sparatoria di Verona dove hanno perso la vita gli agenti Davide Turazza e Giuseppe Cimarrusti, l’investigatore bergamasco Andrea Arrigoni e una giovane prostituta ucraina. Lo ha detto il procuratore di Verona, Papalia, al termine dei solenni funerali celebrati dal vescovo della città scaligera, nella basilica di San Zeno affollata. Il procuratore ha affermato che, dai primi accertamenti tecnici e dai riscontri delle autopsie, non ci sono elementi che possano far pensare che sulla scena della sparatoria vi fossero altre persone oltre alle quattro vittime. Anche il pm veronese che segue le indagini sostiene che, il numero di bossoli ritrovati sul luogo della sparatoria è compatibile con la prima ricostruzione degli avvenimenti fatta dagli investigatori, e cioé che a sparare siano state soltanto le tre armi degli agenti Cimarrusti e Turazza e di Andrea Arrigoni. Anche se tiene a precisare, che saranno i risultati della perizia balistica a chiarire in maniera definitiva quanto accaduto.

L’ipotesi di un quarto uomo, però, non è scartata a priori dalla difesa di Andrea Arrigoni. «Io dico solo che - afferma il legale della famiglia Arrigoni, Gianfranco Ceci - in una situazione come questa, non bisogna assolutamente lasciar sfuggire alcuna pista».

Del resto, sono ancora diverse le cose da chiarire, a cominciare dal movente che ancora non si conosce, così come è ancora tutto da accertare il ruolo che nella sanguinosa vicenda ha avuto la giovane prostituta ucraina rimasta uccisa dalle pallottole sparate dalla pistola di Arrigoni.

Intanto la famiglia dell’investigatore bergamasco ha deciso di affidarsi a Pietro Benedetti, esperto di balistica e già impegnato in casi di cronaca, come l’omicidio di Marta Russo, mentre la Procura di Verona ha affidato l’incarico ad Alfredo Luzzi, dirigente della Sezione indagini balistiche della Scientifica di Roma.

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