Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 24 Febbraio 2014
La povertà bussa alle nostre porte
«Bergamo è sensibile e solidale»
La politica teme il confronto sui problemi della grave marginalità, temi «scivolosi» soprattutto in periodo di elezioni: la provocazione è stata lanciata da don Fausto Resmini in un’intervista pubblicata domenica 16 febbraio.
La politica teme il confronto sui problemi della grave marginalità, temi «scivolosi» soprattutto in periodo di elezioni: la provocazione è stata lanciata da don Fausto Resmini in un’intervista pubblicata domenica 16 febbraio.
A un politico che di questi temi si è occupato e si occupa nella sua attività di amministratore chiediamo quanto abbia sperimentato nella sua esperienza di quella affermazione: «Sono d’accordo perché è vero che c’è attenzione ad esporsi su questi temi - commenta l’assessore alle Politiche sociali del Comune Leonio Callioni -, ma il ragionamento va completato. Ci troviamo in un’epoca di grave crisi in cui le persone cercano di non perdere quello che hanno. Molti sono i luoghi comuni sul fatto che alcuni avrebbero accesso ad aiuti più di altri, ma appunto non sono discorsi basati su dati. In periodo di elezioni nessuno fa degli ultimi una propria bandiera, ma non sarebbe nemmeno giusto proporsi come salvatori dei poveri». Se è vero che in campagna elettorale parlare di senzatetto o detenuti non paga, un amministratore non può dimenticarsi di questi cittadini.
«Non si può nascondere il problema - continua Callioni -, anche solo perché ha una ricaduta su tutti. Facciamo l’esempio della stazione e del progetto “Terre di mezzo”: l’investimento compiuto offre un servizio migliore a chi vive per strada, ma contemporaneamente si risolve un problema di sicurezza. La fragilità va gestita con rigore, non con buonismo che produce rabbia e frustrazione. Ad ogni persona si deve riconoscere la propria dignità, ma anche chiedere di impegnarsi, anche se poi non ce la fa. Il politico deve aiutare chi da poco in difficoltà si può rimettere in piedi, chi è a rischio, ma anche chi è in ginocchio. Bergamo questo lo capisce, è una città sensibile e solidale».
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