Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 24 Settembre 2015
La crisi di coppia come movente
Bossetti, scontro tra pm e legali
Nuovo scontro tra il pm Letizia Ruggeri e i difensori di Bossetti sull’ipotetico movente del delitto di Yara.
Per la Procura è da ricercare nell’interesse sessuale che l’imputato avrebbe dimostrato verso le ragazzine («Sul computer portatile di casa Bossetti – ha confermato ieri in aula il comandante dei Ros, Michele Lorusso – abbiamo trovato ricerche inequivocabili con parole chiave come “tredicenni” e “ragazzine” accostate a dettagli di natura sessuale») e nei rapporti «non costantemente armoniosi» tra il muratore e la moglie, testimoniati da «periodi di assenza di comunicazioni telefoniche, anche nei giorni a cavallo del delitto – ha illustrato Lorusso, sollecitato dal pm – e da relazioni extraconiugali intrattenute dalla donna prima e dopo i fatti».
Il riferimento alla vita coniugale dell’imputato e della consorte Marita Comi fa sobbalzare sulla sedia i difensori Paolo Camporini e Claudio Salvagni che in coro gridano: «Obiezione!». «È da quando ho assunto l’incarico – Camporini si rivolge alla Corte – che mi interrogo: che pertinenza c’è tra l’imputazione di omicidio e questo accertamento istruttorio? Dal punto di vista temporale è irrilevante perché si tratta di fatti che sarebbero avvenuti abbondantemente dopo o molto prima dell’omicidio»: Il pm Letizia Ruggeri chiarisce indispettita: «L’insoddisfazione per la vita coniugale può aver spinto Bossetti a cercare alternative». La Corte si è riservata sulla rilevanza di sentire come testimoni i due uomini che avrebbero avuto una relazione con Marita, citati dalla pubblica accusa e già sentiti a verbale nel corso delle indagini, mentre ha già respinto l’acquisizione di elementi di riscontro che riguarderebbero circostanze successive all’epoca dell’omicidio, ritenendole irrilevanti.
La presidente della Corte, Antonella Bertoja, lo ha ribadito: «Se la crisi di coppia è l’ipotetico movente del delitto che l’accusa vuole sostenere, non può certo essere successiva ai fatti di cui ci stiamo occupando. Il rilievo non può che riguardare fatti antecedenti all’omicidio». «Era una dinamica di coppia presente prima e dopo», ha sostenuto Lorusso. Una cosa appare ormai chiara: la battaglia sul punto tra accusa e difesa sarà una costante del processo.
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