Cronaca
Venerdì 11 Settembre 2015
La colonia bergamasca di Varazze
Un viaggio nel tempo - Video e foto
Su Youtube un filmato che mostra la colonia ligure che ha ospitato migliaia di bambini bergamaschi.
Per molti bergamaschi con i capelli grigi sarà un tuffo al cuore, un salto in un passato in bianco e nero, riproposto però a colori in questo filmato su Youtube dedicato alla mitica Colonia bergamasca di Celle-Ligure-Varazze. Non più bergamasca da qualche anno, considerato che è stata ceduta nel 2009 dalla Fondazione Azzanelli Cedrelli Celati, proprietaria del 61% della struttura e dall’Italcementi, che deteneva le restante quote. Parte dei 15,5 milioni di euro ricavati sono andati a finanziare il nuovo polo riabilitativo della casa di riposo di via Gleno. Un filmato semplicissimo, preso dalla spiaggia: l’esterno di un complesso che ha visto passare migliaia di bambini bergamaschi. Per chi c’è stato, è comunque un’emozione.
La Colonia bergamasca di Celle Ligure-Varazze risale al 1889 quando, con Decreto reale del 17 novembre, l’Opera bergamasca per la salute dei fanciulli veniva eretta Ente morale. Nel suo statuto si proponeva di «favorire i bambini e le bambine nella cura preventiva più efficace contro quelle disposizioni morbose che ne inceppano il loro sano ed integro sviluppo» e «di agevolare in modo economico e conveniente i fanciulli e fanciulle di famiglie povere e poco agiate».
Da qui la gestione diretta della Colonia marina di Varazze, in provincia di Savona, lungo la via Aurelia. L’atto d’acquisto ufficiale risale però, come specificato in una relazione storica a cura dell’architetto bergamasco Manuela Donadoni, al 29 aprile 1892 quando il conte bergamasco Teodoro Frizzoni firmò i documenti a nome dell’Opera.
Il primo padiglione che porta il nome del conte Frizzoni fu costruito nel 1894 e aveva 300 posti letto. Nel 1914 arriva il padiglione Camozzi con altri 120 posti a cui si aggiungono nel ’25 altri 100 nel nuovo padiglione Guido Frizzoni e altri 50 nel ’29 con il padiglione Italcementi. «Il complesso era costituito anche da uno spazio lavanderia, aree ricreative, la zona cucina e il refettorio.
In tutto circa 40 mila metri quadrati «parte a prato in piano – si legge in un documento del 1931 – e in pendio, parte a selva di pini e di lecci». L’edificio era funzionante da maggio a settembre fino al 1927, quando iniziò ad aprire anche nella stagione invernale, con bambini dai 4 ai 16 anni che soggiornavano nella struttura per circa un mese.
Negli anni Settanta la struttura è costituita da ben 6 padiglioni e, secondo un documento del ’71, «ospita d’estate per ogni turno mensile mille ragazzi dai 5 ai 12 anni e 300 bambini dai 4 ai 12 anni per ogni turno di due mesi durante l’inverno e in primavera con regolari scuole elementari e materna. La direzione - conclude il documento - è affidata alle suore Orsoline di Somasca». La colonia bergamasca terminò la sua attività con queste modalità nel 1998.
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