Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 08 Novembre 2013
La class action contro Trenord
Il tribunale: è inammissibile
Il Tribunale di Milano ha dichiarato inammissibile la class action promossa da Altroconsumo contro Trenord per risarcire gli utenti pendolari dei danni subìti nel dicembre 2012. Oltre 15mila utenti avevano pre-aderito.
Il Tribunale di Milano ha dichiarato inammissibile la class action promossa da Altroconsumo contro Trenord per risarcire gli utenti pendolari dei danni subìti nel dicembre 2012. Oltre 15mila utenti hanno preaderito all’azione di risarcimento dei danni intentata da Altroconsumo a causa della paralisi del servizio ferroviario dell’intera Regione Lombardia, durato oltre una settimana.
Il giudice della decima sezione riconosce l’inadempimento da parte di Trenord rispetto agli obblighi assunti col contratto di trasporto. Ritiene però che non vi sia l’omogeneità delle conseguenze subìte dagli utenti del mancato servizio; secondo l’ordinanza: “(...) diverse tra loro, trattandosi in alcuni casi di ritardi tra i 15/20 minuti, in altri tra 60/80 minuti, in altri ancora di diverse ore, ed altresì di cancellazione di convogli con dirottamento su altri: certamente comune a tutte tali situazioni è stata prospettata l’erogazione di un servizio inaccettabile quanto a sovraffollamento delle carrozze, ma è evidente come anche questo adempimento si configuri in modo del tutto differente in relazione alla durata dei vari percorsi”.
Per Altroconsumo è il teatro dell’assurdo: per aver diritto al risarcimento grazie alla class action tutti gli utenti avrebbero dovuto viaggiare sullo stesso binario, aver subito lo stesso ritardo cronometrato al minuto, aver viaggiato sullo stesso convoglio, tutti con lo stesso livello di affollamento. Per una settimana. In oltre 15mila.
Ovviamente - scrive l’associazione - le storie di danni ricevuti sono diverse nella tipologia e uguali nell’esito della storia: servizio pagato ma non fruito, abbonamenti mensili comprati e non utilizzati per cancellazione corse, ritardi sul posto di lavoro, utilizzo dell’auto imposto da mancanza di alternative da parte del trasporto regionale ferroviario. Storie come migliaia di altre, esemplari per ripetitività del danno e sfinimento dell’utente, diventate a dicembre una valanga; pendolari lasciati a piedi, nonostante abbonamenti e biglietti fossero ancora in vendita, come niente fosse.
“Se dovesse passare un’interpretazione così ristretta delle condizioni di ammissibilità, sarebbe la morte della class action” ha dichiarato Paolo Martinello, presidente Altroconsumo. “E’ impensabile trovare l’uniformità completa del danno subito, soprattutto se sono coinvolte decine di migliaia di utenti, come il caso Trenord ha documentato. Altroconsumo non si ferma qui, si va in Appello.” conclude Martinello.
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