Kebab gratis per tutti
È la protesta dei gestori

Kebab gratis per tutti, raccolta di firme e tanta voglia di farsi sentire. È andata in scena sabato sera la protesta dei gestori dei kebab di via Borgo Palazzo (Zaheer, Kajor e Universal Kebab) che, dalle 20 alle 21, hanno deciso di distribuire gratis alla popolazione panini e piadine kebab rinunciando all’incasso della serata e dando il via a una campagna di sensibilizzazione per denunciare l’accanimento contro tutta la categoria portato avanti, a loro parere, soprattutto dalla Lega Nord.

All’iniziativa, appoggiata dal Coordinamento Immigrati di Bergamo (i cui membri hanno esposto uno striscione che recitava lo slogan: «Emergenza sicurezza? No, chiediamo Diritti, Libertà, Reddito»), hanno partecipato numerosi cittadini, tra cui molti giovani, che hanno formato lunghe file per gustare il panino omaggio e per apporre la propria firma per chiedere che i kebab possano rimanere aperti almeno fino alle 3 di notte (la legge regionale in vigore prevede che le attività artigianali di vendita di prodotti alimentari destinati all’immediata consumazione possano rimanere aperti fino all’una, ndr).

Nel volantino distribuito agli avventori si poteva leggere: «Nasce la Lega dei Kebab… Bergamo è diventata una città internazionale aperta all’Europa e al mondo intero, decisa a puntare in modo importante sul turismo come occasione di rilancio economico. Noi operatori del settore del commercio e quindi del turismo, crediamo e anzi scommettiamo sul futuro di questa città, poiché vogliamo esserne parte integrante. Vogliamo essere parte di questo progetto e non controparte».

Abbas Zaheer, titolare dell’esercizio omonimo, ha sottolineato: «Da quando è entrata in vigore la legge regionale, i nostri introiti sono calati del 50%. I nostri stessi clienti, al 90% bergamaschi, ci chiedono di rimanere aperti fino alle 3 di notte».

Dello stesso avviso Kajor Ismic, titolare del «Fast Food di Kajor e Kebab», che ha evidenziato: «Chiediamo la possibilità di lavorare e per questo abbiamo creato la Lega dei kebab: lavoriamo in modo sereno, nel rispetto delle regole e pagando le tasse, anche perché l’affidabilità è il primo passo verso la fidelizzazione della nostra clientela, che vanta giovani di tutte le nazionalità, tra cui tanti bergamaschi».

Rivolge un invito al sindaco di Bergamo e al presidente della Provincia invece Yasar Mehmpt, titolare dell’Universal Kebab: «Mi rivolgo al signor Tentorio e al signor Pirovano perché vengano a vedere personalmente come lavoriamo. Prima che entrasse in vigore questa legge regionale, il mio negozio rimaneva aperto fino alle 3-4 di notte e nessuno si è mai lamentato. Noi vogliamo solo lavorare, ho alle mie dipendenze sette-otto persone e non voglio metterle in cassa integrazione».

Tra le file per entrare nei kebab, i commenti erano pressoché unanimi: nessuno vuole rinunciare allo spuntino notturno a base di kebab, entrato nelle abitudini alimentari di molti bergamaschi. Eli Reytan, 58 anni, cittadino bergamasco di origini israeliane, ha spiegato: «Bergamo è paragonabile a una città di morti viventi e di notte anche di morti di fame, perché non si può mangiare da nessuna parte».

Matteo Nesi, 25 anni, residente in Borgo Palazzo e accompagnato dal fratello Giovanni di 20 anni e dall’amico Andrea Casali, di 23, era molto soddisfatto della degustazione del panino kebab: «Bisognerebbe chiamarlo kebù, non kebab. Credo che questa sia una bella iniziativa, far chiudere i kebab è un segno della politica che si sta attuando, molto fondata sulla paura invece che sulla risoluzione dei problemi reali».

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