È stata fissata il 12 giugno 2006, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Bergamo, la prima udienza del processo a carico di Oriana Fallaci. La giornalista-scrittrice dovrà rispondere del reato di vilipendio alla religione, nel caso specifico islamica, per alcune frasi (18 in tutto) contenute nel libro «La forza della ragione». Ad accusarla era stato il presidente dell’Associazione musulmani d’Italia, Adel Smith, che aveva presentato querela a Bergamo dal momento che il libro è stato stampato nello stabilimento bergamasco delle Nuove Arti Grafiche. Il pubblico ministero, Maria Cristina Rota, in un primo momento aveva chiesto l’archiviazione del caso, ma il gip Armando Grasso, aveva scelto la strada della citazione a giudizio con imputazione coatta. In pratica, un rinvio a giudizio che obbligherà la Fallaci a presentarsi davanti al giudice. La giornalista, appresa la notizia, aveva comunque fatto sapere subito, attraverso una dichiarazione pubblica, che non parteciperà personalmente al processo. Sul caso, nei giorni scorsi, erano scoppiate anche roventi polemiche. La Lega Nord aveva organizzato un presidio di protesta davanti a Palazzo di Giustizia mentre venerdì scorso il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, intervenendo proprio a Bergamo ad un incontro organizzato dal Carroccio, aveva parlato di «coercizione forzata del libero pensiero».
(02/06/2005)
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