«Io, il più colpito dall’ordinanza»
Il racconto di un pizzaiolo di S. Caterina

«Sono il proprietario di un locale operante nel fantomatico “Borgo d’oro” di Via Santa Caterina e sono il più colpito dall’ordinanza che impone la chiusura dei locali all’una e trenta».

A parlare è Matteo Bertoluzzi: «la mia attività non è di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, ma un esercizio di vicinato alimentare (più riconducibile ad una panetteria nel mio caso, non produco sul posto ma metto in vendita prodotti acquistati da fornitori terzi)».

«È forse un po’ difficile da capire ma dal punto di vista normativo vi è una grande differenza, infatti il decreto Monti (entrato in vigore il 1 Gennaio 2012) permette agli esercizi commerciali l’estensione degli orari di apertura, ed il Comune non ha adottato misure restrittive per quanto riguarda il limite di orario della mia attività. Così mi sono detto: perchè non aprire un negozietto dove rifocillare e far mettere sotto i denti qualcosa ai ragazzi del Borgo, aiutandoli anche in questo modo a “recuperare” lucidità dopo qualche bicchiere bevuto con gli amici? Il mio prodotto di punta è la pizza (rigorosamente alta e servita su piatti di carta con una forchettina usa e getta di plastica)».

«Penso di essere l’unico vero commerciante “colpito” dall’ordinanza emanata dalla giunta comunale il 27 Novembre che prevede la chiusura di tutti i locali (artigianali, somministrazione, vicinato proprio tutti) alle ore 1.30 - continua la sua lettera -. Perché, vi starete chiedendo: il motivo è semplice, la mia attività lavora esattamente nel momento in cui i locali che somministrano (in questo caso alcoolici inutile negarlo) tirano giù la serranda. Ora, mettetevi nei miei panni: cosa pensate che accadrà il 5 dicembre, quando dovrò chiudere nello stesso istante in cui chiudono tutti i bar? Forse vogliono che accada questo».

«Ci tengo a precisare che in questi mesi, almeno è chiaro un po’ a tutti, ho ricevuto circa duemila) euro di multe perchè violavo l’art. 17 c.2 del regolamento di polizia urbana del Comune di Bergamo - spiega ancora -. È fatto obbligo adottare idonee misure affinché all’uscita dei locali i frequentatori evitino comportamenti dai quali possano derivare rumori e disturbi alle persone. Insomma mi stanno uccidendo, e probabilmente quest’ultima ordinanza sarà per me il colpo di grazia».

«Immagino che buona parte dei residenti siano soddisfatti di questo, ma che cosa diranno i ragazzi che presto rimarranno senza un lavoro? Così si distrugge il tessuto economico del territorio, non è la strada giusta. Penso che l’individuazione di una location non residenziale, dove permetterci di lavorare con serenità, senza arrecare disturbo a coloro i quali vogliono (giustamente) riposare, sia l’unica vera soluzione».

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