Insegnanti, prima fase per le assunzioni
800 posti disponibili nella Bergamasca

Ottocento posti disponibili nelle scuole di ogni ordine e grado di Bergamo e provincia per meno di 400 candidati presenti nelle graduatorie: è partita la prima fase delle assunzioni (denominata «fase zero») prevista dall’ultima riforma della scuola.

In questa prima tappa verrà coperto il 75% dei posti vacanti a livello provinciale, sulla base del contingente indicato dal Miur attingendo per il 50% dalle cosiddette graduatorie ad esaurimento e per il 50% dalle graduatorie dei concorsi ordinari.

Per illustrare le fasi successive del Piano di assunzioni la FLC-CGIL di Bergamo organizza un incontro martedì 28 luglio 2015, alle ore 9.30 nella sala Lama della CGIL di Bergamo, in via Garibaldi 3, sala Lama.

Dopo la fase zero, infatti, inizierà il Piano straordinario di assunzioni e per tutte le operazioni successive rimarranno attive solo le graduatorie ad esaurimento e le graduatorie del concorso ordinario del 2012.

Con la cosiddetta fase A del Piano (che riguarderà il rimanente 25% dei posti vacanti) dovrebbe risultare coperto il 100% dei posti disponibili nella provincia dopo la mobilità. Al termine di queste fasi, infatti, non potranno risultare ancora posti disponibili in presenza di candidati nelle graduatorie.

Seguiranno le fasi B e C, per la copertura dei posti dell’organico aggiuntivo (55.258, compreso il sostegno), per le quali è prevista la presentazione, entro la metà di agosto, di una domanda in cui elencare l’ordine di priorità delle province richieste.

«Le operazioni si protrarranno sicuramente oltre l’avvio dell’anno scolastico e potrebbero concludersi a novembre», ha commentato Elena Bernardini, segretario generale della FLC-CGIL di Bergamo. «Siamo, perciò, in attesa di indicazioni dettagliate dal Ministero sulla procedura che si prospetta molto complessa. Il paradosso è che la metà dei posti disponibili per le prime due fasi non potranno essere coperte da personale di graduatorie provinciali, ma verranno assunti insegnanti provenienti da graduatorie di altre provincie o regioni».

Più in generale rispetto all’iter che la riforma della scuola ha seguito, Elena Bernardini aggiunge: «Non c’è stato reale ascolto di chi ha portato avanti la protesta e la fiducia posta per far passare il Ddl al Senato ha evidenziato la debolezza della proposta del Governo ma anche la forza della mobilitazione che il mondo della scuola ha saputo mettere in campo. Questa forza ora va capitalizzata e ci sostiene nella delicata fase che sta iniziando. La nostra azione non può fermarsi ma va rilanciata. La scelta della fiducia alla Camera, dopo mesi di messaggi pubblicitari sul dialogo e il confronto, ha impedito possibili cambiamenti condivisi, su cui c’erano e ci sono proposte ragionevoli. Lo stesso Governo aveva riconosciuto la necessità di ridiscutere il provvedimento insieme al mondo della scuola: questo passo indietro è stato un errore, ma ora bisogna guardare avanti, seguire da vicino tutti i provvedimenti attuativi; in particolare rilanciare il contratto e le nostre idee sui temi che saranno affrontati con leggi delega nei prossimi 18 mesi, come l’integrazione dei disabili e il destino della scuola per l’infanzia. Da subito siamo impegnati a seguire due questioni importanti per l’avvio del prossimo anno scolastico: la definizione dell’organico e la complessa procedura che si sta avviando per le assunzioni».

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