Nuvolosità di notte, gelate al mattino, temperature sotto zero. Il generale inverno bussa alle porte portando con sè raffreddamenti, malanni di stagione, ma soprattutto la minaccia dell’influenza. E Ci sono ancora 7 giorni non di più, per vaccinarsi contro l’influenza, dopo di che l’iniezione potrebbe non servire più a nulla, soprattutto se l’epidemia attesa dagli esperti per la seconda metà di dicembre sarà puntuale.
Per poter essere pronti a contrastare adeguatamente il virus, gli anticorpi «attivati» dalla somministrazione del vaccino hanno infatti bisogno di circa tre settimane, ecco perché è bene sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale non oltre la fine della prossima settimana.
Certo sarà possibile vaccinarsi anche dopo quella data, con il rischio però di non essere adeguatamente protetti a tempo debito. Il vaccino può essere acquistato in farmacia, ma va inoculato da un medico o da un infermiere. «Nelle farmacie – fa sapere Ferdinando Bialetti, presidente dell’Ordine dei Farmacisti – non ci sono problemi di rifornimento e gli interessati possono scegliere tra due tipi: lo split tradizionale, e quello potenziato. In genere viene utilizzato quello tradizionale, mentre l’adiuvato, che fornisce una protezione a più lungo termine, viene usato per soggetti immunodepressi o alle prese con particolari problemi di salute, come i grandi anziani affetti da pluripatologie, i sieropositivi, le persone sottoposte a chemioterapia».
Al costo del vaccino (circa 10 euro) va aggiunto quello della prestazione del medico, per il quale ciascuno si regola autonomamente. Quest’anno la campagna vaccinale promossa dall’Asl – con la collaborazione degli oltre 700 medici di famiglia della Bergamasca – era iniziata il 25 ottobre, con l’obiettivo di raggiungere 175 mila persone (tra anziani e bambini), 8 mila in più dello scorso anno.
La vaccinazione è gratuita per soggetti con età pari o superiore a 65 anni; ospiti di case di riposo di qualsiasi età; soggetti in età infantile e adulta affetti da malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa la malattia asmatica), circolatorio, uropoietico; malattie degli organi emopoietici; stati di immunosoppressione causati da farmaci o da Hiv; diabete e altre malattie dismetaboliche; sindromi da malassorbimento intestinale; fibrosi cistica; malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi; patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici; soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo; personale sanitario di assistenza o contatti familiari di soggetti ad alto rischio; soggetti tra i 6 mesi e i 18 anni, reumatici, con patologia disreattiva che richiede prolungata somministrazione di acido acetilsalicilico e a rischio di Sindrome di Reye in caso di influenza.
I soggetti che non rientrano in tutte queste categorie sono invece tenuti al pagamento della vaccino.
(22/11/2004)
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