Inaugurato l’anno accademico
Paleari: «I nostri giovani dimenticati»

Il rettore dell’Università di Bergamo, Stefano Paleari, ha inaugurato lunedì 21 settembre il nuovo anno accademico. Un appuntamento speciale, perché è coinciso con l’apertura della nuova aula magna nell’ex chiesa medievale di Sant’Agostino.

E perché ha rappresentato quasi il passaggio di consegne tra il rettore uscente, Paleari, e il suo successore, Remo Morzenti Pellegrini, eletto nei giorni scorsi e che entrerà in carica dal 1° di ottobre.

Paleari consegna a Morzenti Pellegrini un’università in grande crescita, come hanno testimoniato i dati delle iscrizioni al nuovo anno accademico. Le matricole sono aumentate del 10% e il prossimo anno accademico saranno 3.638, dato cui vanno aggiunti i 300 posti del corso a numero chiuso di Psicologia.

All’inaugurazione dell’anno accademico ha partecipato anche il professor Ivano Dionigi, Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e professore ordinario di letteratura latina, che ha tenuto la sua lectio magistralis dal titolo «La Res publica: una vocazione di pochi o un dovere di tutti?».

Paleari ha sottolineato nel suo discorso che «La storia di questa Chiesa si affida ai secoli passati e l’Università è molto orgogliosa del lavoro svolto con il Comune. Sento qui il bisogno di ringraziare i due sindaci della nostra città che hanno reso possibile questa realizzazione. Il sindaco Tentorio che non ha esitato a rispondere con coraggio e determinazione alla nostra proposta, e il sindaco Gori che ha raccolto il testimone fino al traguardo di oggi».

Il rettore uscente ha voluto ringraziare in modo particolare i numerosi studenti presenti. «Essi sono sempre più al centro delle nostre attività, da quelle più tradizionali a quelle strategiche; dalla loro risposta e dalla loro azione dipende il futuro dell’Università. Se vogliamo immaginare una nuova Università dobbiamo partire dai loro bisogni prima che dai nostri».

Paleari ha salutato il suo successore con queste parole: «Voglio salutarlo affettuosamente augurandogli di cuore ogni successo e ogni bene. E lo ringrazio fin d’ora perché il governo della cosa pubblica è oggi atto di coraggio e di umiltà»

Il rettore uscente ha parlato anche di attualità: «La tenuta degli attuali livelli di benessere, mai visti in precedenza, è una grande questione per i Paesi europei. Se la misura è quella del Prodotto Interno Lordo l’Europa è su valori stagnanti e, in molti Paesi, assai distanti da quelli di 10 anni fa. L’Italia non sfugge a ciò, anzi è l’avanguardia di un declino che ormai rasenta un decennio. Ogni politica non può prescindere dalla situazione di partenza e dalle tendenze, pena la ricerca di obiettivi che risultano non aderenti alla realtà. Il nostro Paese affronta oggi due grandi questioni che sono state peraltro già fonte di preoccupazione a partire dall’Unità d’Italia e in particolare in occasione delle due Grandi Guerre: un elevato debito pubblico e una decrescita demografica».

Collegandosi anche ai giovani: «Un secondo aspetto molto correlato alla questione della crescita riguarda l’attenzione verso i giovani. Già sono sempre meno, sia in termini assoluti che relativi; oggi sono anche spesso dimenticati e mal trattati. Basta guardare alla dinamica della spesa pubblica di questi ultimi anni e anche le prospettive degli anni a venire per accorgersi che le scelte dimenticano i bisogni delle nuove generazioni.... Quando si tagliano gli investimenti, il lavoro e l’istruzione si dà un segnale chiaro di declino e di non attenzione al futuro, si dichiara che questo non è più il Paese per i nostri giovani».

Nell’allegato potete leggere il discorso completo di Paleari

© RIPRODUZIONE RISERVATA