Cronaca
Martedì 09 Settembre 2014
In Italia una strage di animali
«Ogni anno 598 mila vengono uccisi»
Sono numeri impressionanti quelli diffusi dalla Aidaa, l’associazione italiana difesa animali e ambiente: ogni anno in Italia vengono uccisi 598 mila animali. Nel mirino i cacciatori, ma non solo. La denuncia: «È una strage senza fine»
Sono numeri impressionanti quelli diffusi dalla Aidaa, l’associazione italiana difesa animali e ambiente: ogni anno in Italia vengono uccisi 598 mila animali.
«Sta per iniziare la stagione della caccia e con essa una nuova mattanza di animali, mattanza legale e non legale. In Italia tenendo conto delle immissioni di animali da cacciare, delle varie denunce e segnalazioni su uccisioni illegali di animali domestici da parte dei cacciatori, degli animali che muoiono investiti, negli incidenti domestici o che vengono uccisi per farne pellicce clandestine vengono ammazzati ogni anno 598.000 animali».
«La caccia la fa da padrone con oltre 200.000 volatili uccisi, oltre 160.00 tra lepri, fagiani ed altri animali di terra immessi spesso dagli stessi cacciatori che poi li ammazzano oltre a 92.000 selvatici ed in particolare ungulati, nutrie ed altri animali spesso sottoposti a caccia di selezione. A questi vanno aggiunti circa 56.000 gatti uccisi in vario modo (cacciatori, investiti, uccisi in riti vari),60.000 Cani (ogni anno solo gli stessi cacciatori uccidono oltre 2000 cani di proprietà in incidenti di caccia e oltre 8.000 per i bocconi avvelenati e circa 4.300 seviziati) e circa 30.000 animali domestici. Dal conteggio sono stati esclusi in quanto non in possesso di dati affidabili i piccioni morti avvelenati o sparati volontariamente e i pesci degli acquari o dei laghetti di acqua dolce».
«Una strage senza fine» commenta il presidente di Aidaa Lorenzo Croce: «Questi sono dati ufficiali che hanno come fonti gli stessi cacciatori, le immissioni compiute nel territorio e le segnalazioni e denunce raccolte da Aidaa e da altre associazioni. Dovremmo tutti metterci una mano sul cuore e renderci conto di quanto male facciamo alle altre specie viventi che popolano il nostro Paese».
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