In 2000 senza contratto da 7 anni
La sanità privata scende in piazza

Martedì prossimo, 4 novembre, dalle 10 alle 12, i lavoratori della sanità privata della provincia manifesteranno con un presidio in via Galliccioli, di fronte all’Asl di Bergamo.

La protesta vuole far conoscere la situazione del settore, che occupa oltre 2000 persone, da 7 anni senza contratto. «Siamo i contrattualmente invisibili - urlano da un volantino i rappresentanti del settore di Cgil e Cisl -: in Lombardia, la regione italiana col più alto numero di strutture sanitarie private accreditate, si ripete il gioco dei furbetti».

Le case di cura e gli istituti privati italiani - scrivono i sindacati - grazie al sistema di accreditamento vigente in Lombardia, erogano circa il 35% delle prestazioni sanitarie, per le quali ricevono puntualmente il pagamento delle tariffe dalla Regione oltre alle quote di partecipazione alle spese, il ticket, pagate in anticipo e direttamente dai cittadini.

«A Bergamo 2000 lavoratori sono senza contratto da 7 anni. Nonostante ciò continuano a fornire assistenza di qualità, quella sbandierata dalle Aziende per ottenere i rimborsi regionali»

Le cliniche private di Bergamo, le Rsa lamentano i tagli ai budget regionali, ma poi – dicono i rappresentanti sindacali – «si rivalgono sui lavoratori con continue richieste di doppi turni, straordinari, rientri in servizio, i quali rischiano seriamente di compromettere la sicurezza e la qualità del servizio erogato all’incolpevole utenza, proponendo in modo concorrenziale prestazioni private scontate anche allo scopo di evitare le interminabili liste di attesa del Servizio Sanitario Nazionale».

Le direzioni delle cliniche private hanno avuto occasione, ultimamente, di dichiarare che, «sono consapevoli dei disagi dei dipendenti legati ai mancati rinnovi contrattuali, ma i tagli subiti dal Sistema Sanitario Nazionale consentono a fatica il mantenimento degli attuali standard occupazionali».

«Basta frottole!», dicono Cisl e Cgil: il requisito occupazionale applicato è il minimo dettato dalla Regione per non perdere gli accreditamenti. In un settore che assicura ad altri l’esercizio del diritto costituzionale alla salute, il rinnovo contrattuale, altro diritto sancito, viene da voi disatteso da 7 anni!. I lavoratori della sanità privata garantiscono servizi e qualità. Oggi rivendicano dignità».

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