Imprenditore cinese di nuovo in manette sfruttava connazionali clandestini

Un imprenditore cinese, proprietario di un edificio a Credaro, in via Trieste 21, nel quale aveva impiantato un laboratorio tessile, è finito in manette per la seconda volta in poco più di due mesi con l’accusa di sfruttamento di manodopera clandestina. Faceva lavorare un connazionale e due donne, tutti clandestini. L’uomo era già stato arrestato al termine di un blitz compiuto dai carabinieri di Sarnico e di Bergamo il 19 gennaio scorso, quando vesse scoperto il lavoratorio nel quale vivevano e lavoravano 14 operai cinesi, di cui 12 clandestini.Una volta scarcerato, l’imprenditore non ha perso tempo, ed ha riavviato l’attività. Il nuovo blitz portato a termine nel pomeriggio di ieri ha consentito di sorprendere al lavoro tre operai cinesi intenti a realizzare capi d’abbigliamento: due donne e un uomo. Quest’ultimo è riuscito ad allontanarsi. Una delle due lavoranti è stata arrestata per violazione della legge Bossi-Fini, non avendo ottemperato al decreto di espulsione, all’altra invece il decreto è stato notificato essendo clandestina

(09/04/2005)

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