Alla fine è stato portato nella caserma dei carabinieri, ma con un assegno da 5 mila euro in tasca. È durata quasi due ore e mezza, a Treviglio, la protesta di un immigrato marocchino che da quattro mesi non percepiva lo stipendio: intorno alle 15 si è arrampicato su una gru alta 50 metri. Solo l’intervento della proprietaria del bar che l’immigrato frequenta ogni giorno - Lucia Santoro, titolare della caffeteria Tiffany di viale Oertigara -, che ha messo a disposizione la somma, lo ha convinto a scendere.Il cantiere teatro della vicenda (foto Cesni)Teatro della vicenda la via Trieste, a Nord del centro di Treviglio: il marocchino, Jamal El Zatun, ha 45 anni, abita a Lallio e ha tre figli a carico. Dipendente di una impresa di costruzioni di Treviglio, ha deciso per la protesta clamorosa perché non prendeva lo stipendio da quattro mesi, gli ultimi due dei quali lavorati in nero. Gli avevano dato solo dei piccoli acconti con i quali non riusciva più a tirare avanti.Jamal El Zatun sulla gru (foto Cesni)Sul posto sono accorsi i carabinieri di Treviglio con il loro comandante, la polizia locale e i vigili del fuoco sia di Treviglio sia di Bergamo, armati con un telo da salto. La zona è stata transennata ed è iniziata una lunga trattativa: ma l’immigrato continuava a ripetere che non sarebbe sceso se non vedeva i contanti, oppure un assegno. Lucia Santoro, titolare della "Caffeteria Tiffany" (foto Cesni)Nessuno li aveva, così alla fine è intervenuta la barista: ha generosamente anticipato la somma, che il proprietario dell’edificio si è impegnato pubblicamente a restituire. Il 45enne solo a quel punto è tornato sui suoi passi e, intorno alle 17,25, ha rimesso i piedi a terra. Preso l’assegno, si è lasciato portare in caserma per essere interrogato sulla intera vicenda.(06/11/2008)
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