Il vescovo visita la casa di riposo
«Sia viva la speranza nel Signore»

«Ogni cristiano deve portare parole di speranza a tutti. Carissimi anziani, la vostra debolezza e malattia devono farci riflettere sulla vita umana, fatta di fretta, disumanità ed egoismo. Una struttura come questa casa di riposo è patrimonio della comunità e segno di attenzione ai fratelli più deboli».

Il vescovo Francesco Beschi ha celebrato domenica 7 febbraio la Messa di inizio anno nella casa di riposo-Fondazione Maria Ausiliatrice per gli anziani ospiti, i volontari, il personale e gli amministratori. Erano presenti anche Miro Radici e Marco Gualeni, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione, nonché il consiglio di amministrazione e Fabrizio Lazzarini, direttore della casa di riposo.

«Carissimi - ha affermato il vescovo all'omelia -, talvolta ci chiediamo: dov'è Dio? Perché è lontano dalla nostra vita? Invece Gesù Cristo ci ripete che Dio è vicino alla nostra storia personale e si è fatto uno di noi fino a offrire la sua vita sulla Croce». Monsignor Beschi ha invitato gli anziani ospiti a non vivere nella tristezza. «Anche nei momenti più difficili della vita, la speranza nel Signore non deve mai venire meno. Il suo miracolo più grande non sono state le guarigioni, ma il suo amore immenso donato a tutti dalla Croce, segno di speranza e amore per ogni uomo».

«Così anche ogni cristiano, in ogni momento della vita, deve raccogliere la speranza portata dal Signore e portarla a tutti. Se siamo malati, la medicina è segno di amore e speranza. Se la medicina non basta, la vicinanza delle persone è segno di amore e speranza. Se vi sentite soli, abbandonati e anche tentati dalla ribellione per malattia o sofferenza, la presenza delle persone è segno di vicinanza, amore e speranza».

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