Il Tar sulla guerra dell’acqua
Cogeide salvata, non Hidrogest

Hidrogest dentro, Cogeide fuori. Hidrogest, la società che gestisce il servizio idrico in una trentina di Comuni dell’Isola, Valle San Martino e Bassa Valle Imagna, dovrà consegnare le reti ed entrare in Uniacque.

Hidrogest dentro, Cogeide fuori. Hidrogest, la società che gestisce il servizio idrico in una trentina di Comuni dell’Isola, Valle San Martino e Bassa Valle Imagna, dovrà consegnare le reti ed entrare in Uniacque. Cogeide, l’altra outsider che si occupa dell’acqua in 17 paesi della Bassa, potrà continuare a gestire il servizio fino a scadenza naturale dei contratti in corso (2030).

È quanto deciso dal Tar di Brescia che si è pronunciato sui ricorsi presentati dalle due società nei confronti del gestore unico, Uniacque. Per ora si conoscono solo i dispositivi, per le motivazioni si dovrà attendere un altro mese.

Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso di Cogeide (datato 2009), riconoscendo la legittimità della gara fatta ai tempi per la scelta del socio privato. «Siamo molto soddisfatti, potremo continuare a svolgere il nostro servizio fino a scadenza naturale dei contratti, nel 2030», rileva il presidente Giorgio Rigamonti.

Che non sbatte comunque la porta a Uniacque: «C’è ancora la massima disponibilità a discutere, ma a questo punto con ben altro peso contrattuale». Esprime soddisfazione sull’esito favorevole della sentenza anche l’ex presidente di Cogeide, Luigi Minuti: «Il Tar ha riconosciuto il pieno diritto all’esistenza ed all’operatività. Sono sicuro che la società dei servizi idrici della Bassa occidentale continuerà con la consueta efficienza e con maggiore serenità ad espletare i suoi impeccabili servizi in favore dell’economia e dei cittadini della Bassa».

Il Tar per contro non ha accolto il ricorso di Hidrogest contro la delibera, del 2008, della Conferenza dell’Ato che negava loro la salvaguardia del servizio svolto sul territorio. Che vuol dire che Hidrogest non potrà più operare in autonomia, ma dovrà confluire con le sui reti nel gestore unico. «Aspettiamo di conoscere le motivazioni, compito del Cda sarà ora ricorrere in secondo grado», sottolinea il presidente Gian Maria Mazzola. Più battagliero che mai: «Noi siamo una società che dal punto di vista giuridico è perfettamente in regola. Se non abbiamo avuto ragione davanti al Tar, chiederemo ragione al Consiglio di Stato. Ci sarà pure un giudice a Berlino!», conclude con una citazione brechtiana.

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