Il Tar e i lavori alla pista di Orio
«Sacbo risarcisca la Cavalleri»

Centrotrentadue pagine di sentenza: quella del Tar di Brescia che obbliga Sacbo a risarcire i danni alla Cavalleri di Dalmine e all’Ati (associazione temporanea d’imprese) con la quale aveva partecipato alla gara per il rifacimento della pista dell’aeroporto di Orio.

Centrotrentadue pagine di sentenza: quella del Tar di Brescia che obbliga Sacbo a risarcire i danni alla Cavalleri di Dalmine e all’Ati (associazione temporanea d’imprese) con la quale aveva partecipato alla gara per il rifacimento della pista dell’aeroporto di Orio.

Lavori poi assegnati al raggruppamento guidato dalla Vitali di Cisano Bergamasco. Sacbo dovrà versare 800 mila euro all’Ati e 250 mila per danno curricolare («Da intendersi come danno all’immagine») alla Cavalleri «che, in ragione della mancata aggiudicazione, ha dovuto aprire la procedura di concordato» si legge nella sentenza. Chiaramente appellabile: «Faremo ricorso al Consiglio di Stato» confermano da Sacbo. Del resto la posizione dei giudici amministrativi bresciani in questa vicenda è a suo modo coerente, considerato che ha sempre accolto i ricorsi della Cavalleri.

Ma entrando nel merito del risarcimento economico, il Tar ha altresì rilevato che a suo dire l’Ati Vitali «avrebbe dovuto comunque essere esclusa per violazione delle disposizioni di gara, per avere essa previsto, nell’offerta tecnica, l’utilizzo di un materiale, per la pavimentazione, non solo difforme dalle previsioni del capitolato speciale, ma da quest’ultimo espressamente vietato». Il che «avrebbe, comunque, dovuto incidere sulla valutazione dell’offerta tecnica, impedendo il raggiungimento, da parte della stessa, della soglia minima del punteggio richiesto».

Ergo, per i giudici bresciani Sacbo «avrebbe dovuto annullare l’intera gara, non potendo aggiudicarla alla Vitali». Chiaramente Sacbo non è di questa idea, né tanto meno la Vitali. Una volta firmato il contratto per la pista, all’Ati guidata da Cavalleri non è rimasto altro che presentare richiesta di risarcimento danni: a fronte dei 2,9 milioni di lucro cessante chiesti, il Tar gliene ha riconosciuti 800 mila.

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