«Il silenzio parla»: il ricordo
delle tante «vittime dello Stato»

Nuova manifestazione del Coordinamento 9 dicembre Bergamo, che ormai ha superato il mese di attività, nel centro della nostra città. Sabato 11 gennaio una quarantina di dimostranti hanno sfilato in silenzio. Qualche battibecco con i passanti.

Nuova manifestazione del Coordinamento 9 dicembre Bergamo, che ormai ha superato il mese di attività, nel centro della nostra città. Sabato 11 gennaio una quarantina di dimostranti ha sfilato in silenzio in segno di rispetto verso le «vittime dello Stato», perché i manifestanti considerano tali le persone che si sono tolte la vita a causa di gravi problemi lavorativi.

C’è stato qualche battibecco con i passanti, indispettiti per i ritardi dei pullman a causa del blocco del traffico durante il passaggio del corteo, scattato poco prima delle 13,30 della stazione ferroviaria e diretto verso palazzo Frizzoni, e c’è stato anche qualche automobilista che si è lamentato per l’attesa, ma in definitiva il clima di confronto è stato molto civile.

Con i rappresentanti di Bergamo hanno sfilato anche presidi di Lecco, Como e Milano. Eloquenti le croci di legno e gli striscioni del tenore di «Ci avete tolto troppo. Ora (sottolineato, ndr) ci riprendiamo tutto» e «Il silenzio parla».

Il corteo ha raggiunto verso le 14,20 palazzo Frizzoni dove, sotto la sede del Comune, saranno letti i nomi delle «vittime dello Stato», ovvero di coloro che si sono suicidati perché strangolati dall’incubo lavoro. Un punto sul quale stanno puntando molto i manifestanti che nella rotondà che conduce a Orio, il loro presidio cittadino, hanno piazzato numerosi croci di legno che gli automobilisti notano con un po’ d’inquietudine quando passano.

Umberto Gobbi, referente regionale del Coordinamento 9 dicembre, ha letto un appello al sindaco Franco Tentorio (che non c’era; blindati i portoni della sede del Comune) invitandolo ad aderire all’iniziativa che il Coordinamento sta programmando. In pratica, nel caso il Governo entro il 21 gennaio non dimostri con azioni eclatanti di cambiar rotta, tutti i presidi chiederanno ai sindaci di dimettersi, evidenziando così di essere dalla parte dei cittadini. Ai sindaci sarà anche chiesto di firmare documenti in cui esprimono la loro contrarietà alle tante tasse che stanno martoriando gli italiani

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