Il raggiro dei rom, caparra poi occupano il cantiere

Le vittime non ne parlano, spesso perché si vergognano. Ma un nuovo tipo di raggiro ad opera di gruppi rom ha preso piede in Lombardia, Bergamasca compresa. La truffa è giocata sul filo delle legalità, basata sulla possibilità che viene data ai venditori di case di rescindere un contratto d’acquisto in cambio della restituzione del doppio della caparra consegnata dal potenziale acquirente al momento del preliminare.

Alcuni rom hanno in più casi provocato questa rescissione, giocando sul fatto d’essere invisi al resto della popolazione: dopo essersi piazzati con la roulotte sulla «loro proprietà», hanno chiesto ai costruttori, anche con minacce, più il doppio della caparra per andarsene.

I primi segnali sono arrivati dalla Bassa: una messinscena da parte di gruppi di nomadi che, pare, siano sempre gli stessi a entrare in azione in diverse località lombarde. Nel Trevigliese sono stati segnalati almeno quindici casi in pochi mesi. I costruttori coinvolti, però, difficilmente ne hanno parlato: il timore sarebbe quello di essere additati come venditori incapaci di valutare i propri clienti.

(11/05/2007)

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