Il promotore finanziario si difende:
l'operaio aveva un conto in Svizzera

«Io facevo solo un servizio per i miei clienti, non ho mai intascato un soldo. Quanto al denaro che mi portavano in contanti, di fatto facevo solo da intermediario». Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande, martedì mattina davanti al giudice Federica Gaudino, il promotore finanziario di Zogno a processo per appropriazione indebita in seguito alla denuncia di un operaio in pensione di Zogno (parte civile con l'avvocato Walter Gentili): in udienza, difeso dall'avvocato Marco Foiadelli, ha però voluto rilasciare spontanee dichiarazioni, respingendo ogni accusa.

«Voleva speculare e ha deciso di farlo all'estero: nel 1998 o '99 aveva fatto addirittura un investimento che era una sorta di scommessa sull'andamento della borsa italiana – ha spiegato, riferendosi all'operaio che lo ha denunciato –. Voleva un rendimento alto, mentre la moglie puntava a una situazione più tranquilla».

Un'immagine ben diversa da quella prospettata dal pensionato, che nell'udienza di lunedì aveva spiegato di aver chiesto unicamente la conservazione del capitale e un minimo di guadagno, affidandosi al promotore: nel corso di una decina d'anni lui e i familiari gli hanno così affidato 375 mila euro (oltre ad altri 348 mila investiti con la banca di cui il promotore aveva mandato), mai più rivisti.

In questo contesto sarebbe spuntato un conto svizzero cifrato, intestato al pensionato, ma che lui ha negato di aver aperto.

Diversa la ricostruzione dell'imputato: «Il conto cifrato in Svizzera (attivato nel 1998 e chiuso a gennaio 2003) lo ha aperto proprio il cliente, che io ho accompagnato a Lugano – ha spiegato –. Lui era al corrente di tutte le operazioni che venivano fatte: anche quando ha deciso di investire in fondi più rischiosi gli ho fatto solo da tramite».

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